MOSCA – Una nuova tregua di tre giorni, dal prossimo 8 maggio fino al 10 maggio: è questa per ora la risposta di Vladimir Putin alle sollecitazioni di Donald Trump, che era tornato nelle ultime ore a chiedergli di “smettere di sparare, sedersi e firmare un accordo” per la fine dei combattimenti.

Troppo poco, fa sapere la Casa Bianca, secondo la quale quella che il presidente americano chiede è “una tregua russo-ucraina permanente”.

Stessa reazione anche da Kiev: “Se la Russia vuole davvero la pace, dovrebbe cessare immediatamente il fuoco”, ha affermato il ministro degli Esteri, Andriy Sybiga, specificando che la tregua debba durare almeno 30  giorni, e non solo tre.

Il segnale è stato lanciato da Putin, dopo le nuove dichiarazioni che esprimono tutta la frustrazione di Trump.

Questo secondo cessate il fuoco – dopo quello di 30 ore per Pasqua – dovrebbe coprire non solo il 9 maggio, quando in Russia si festeggerà l’80esimo anniversario della vittoria sul nazifascismo, ma anche l’8 maggio, quando lo stesso evento sarà celebrato in Ucraina.

“La Russia ritiene che la parte ucraina seguirà questo esempio”, ha detto Putin. Ma in caso di violazioni, le forze armate di Mosca “daranno un’adeguata ed efficace risposta”.

Durante la tregua pasquale le parti si erano accusate reciprocamente di numerose violazioni, ma avevano riconosciuto entrambe una significativa riduzione dei combattimenti. Nella dichiarazione di cessate il fuoco, Putin ribadisce “la sua disponibilità a negoziati di pace senza precondizioni, mirati a eliminare le cause di fondo della crisi ucraina e all’interazione costruttiva con i partner internazionali”.

Gli stessi concetti espressi dopo l’incontro in San Pietro fra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quando il presidente Usa aveva, per la prima volta, criticato duramente Putin accusandolo di “sparare missili in aree civili e città” e chiedendosi se non lo stesse “prendendo in giro”.

“Perché aspettare fino all’8 maggio? Se la guerra potesse essere fermata ora e la tregua mantenuta per 30 giorni – ha scritto Sybiga su X – sarebbe un vero passo avanti, non solo un gesto per una parata”.

Intanto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha fatto sapere che Trump vuole un cessate il fuoco definitivo ed esprime insoddisfazione nei confronti sia di Putin sia di Zelensky, chiedendo loro di sedersi finalmente al tavolo delle trattative.

“Mi dice che ha bisogno di più armi, ma lo chiede da tre anni”, ha detto Trum riferendosi a Zelensky e al colloquio in Vaticano. E poi è tornato ad affermare che ormai la Crimea è persa per l’Ucraina, “perché è stata data via da Barack Obama e Biden”. E ha concluso: “Zelensky, però, è più calmo e vuole un accordo”.

Di possibili trattative sono tornati a parlare in un colloquio telefonico Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio. Nella conversazione è stata sottolineata “l’importanza di consolidare i presupposti che stanno emergendo per avviare negoziati”, come ha detto il ministero degli Esteri di Mosca.