MOSCA - Vladimir Putin ha aperto la sua tradizionale conferenza stampa di fine anno, la “Linea Diretta”, con un messaggio di forza e sfida. In un momento cruciale, all’indomani del nuovo pacchetto di aiuti Ue all’Ucraina e con i negoziati con Washington in una fase di stallo, il leader del Cremlino ha parlato per ore a una nazione blindata, ribadendo che la Russia non arretrerà di un passo rispetto ai suoi obiettivi strategici. 

Il primo tema, inevitabilmente, è stato il conflitto. Putin ha accusato il governo ucraino di rifiutare sistematicamente una soluzione pacifica: “Kiev non ha mostrato alcuna volontà di fare concessioni territoriali e ha tradito gli Accordi di Istanbul”, ha dichiarato. Nonostante questo, ha lasciato uno spiraglio aperto, parlando di “alcuni segnali” che indicherebbero una possibile disponibilità al dialogo da parte ucraina. 

Sotto il profilo militare, il leader del Cremlino ha rivendicato il controllo totale delle operazioni. “Il nemico si ritira in tutti i settori”, ha dichiarato con tono risoluto, descrivendo un’avanzata russa che non conoscerebbe più ostacoli significativi dopo la liberazione della regione di Kursk. Per Putin, il fronte non è più una linea di difesa, ma una rampa di lancio verso ovest, dove l’iniziativa strategica è tornata saldamente nelle mani dei suoi generali. 

Questa apparente superiorità militare è, nella visione del Cremlino, il presupposto inscindibile per qualsiasi dialogo. Il presidente russo ha infatti ribadito che la pace è un obiettivo raggiungibile solo alle condizioni “di ferro” già tracciate nell’estate del 2024: una road map che non ammette compromessi sulle cause profonde del conflitto e che richiede a Kiev passi indietro definitivi. 

A dare forza a questa postura c’è un dato che Putin ha voluto sottolineare con particolare enfasi: la mobilitazione, per ora, non passa per nuovi decreti, ma per l’entusiasmo dei volontari. Con oltre 400.000 nuovi arruolati nell’ultimo anno, il ministero della Difesa si troverebbe in una situazione paradossale: essere sommerso dalle domande.  

Un altro importante tema che Putin ha menzionato nel suo discorso è il rapporto con gli Stati Uniti. Il leader del Cremlino ha definito “infondate” le voci di un rifiuto russo al piano di pace di Donald Trump. Al contrario, ha rivelato dettagli inediti sul vertice di Ferragosto in Alaska, svoltosi ad Anchorage: “Abbiamo accettato compromessi non facili e quasi concordato con le proposte di Trump. Ora la palla è interamente nel campo di Kiev e dei suoi sponsor europei”. 

Non è mancata una stoccata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definito ironicamente “un attore di talento”. Putin ha messo in dubbio la veridicità di un video girato da Zelensky a Kupiansk: “Beh, se la città è davvero sotto il loro controllo, perché il video è stato girato a un chilometro di distanza e lui non entra in città?”. 

Passando all’economia, Putin ha rassicurato i russi sulla stabilità finanziaria, non risparmiando epiteti coloriti verso i leader europei, definiti nuovamente “maialini” per i tentativi di colpire Mosca. Per il capo del Cremlino, il fallimento del sequestro degli asset non è solo una vittoria legale, ma la prova che l’Europa teme il collasso della fiducia nell’Eurozona: “Qualunque cosa rubino, dovranno restituirla”, ha ammonito. 

A sostegno della sua narrazione di una Russia resiliente, Putin ha sciorinato un confronto numerico impietoso: mentre l’Eurozona arranca con una crescita anemica del 3,2% nell’ultimo triennio, il Pil russo avrebbe segnato un balzo del 9,7%. Nonostante la frenata congiunturale del 2025 - che il presidente ha rivendicato come una “scelta consapevole” per raffreddare i prezzi - la Russia si presenta come un’economia di guerra che non teme il futuro. 

Anche sul fronte del costo della vita, Putin ha voluto rassicurare la nazione: l’inflazione è stata dichiarata sotto controllo, con l’obiettivo di scendere sotto la soglia del 6% entro fine anno. Una stabilità che Mosca intende difendere con fermezza, nonostante le manovre fiscali all’orizzonte, come l’aumento dell’Iva al 22% previsto per il prossimo gennaio. Il messaggio ai russi è stato chiaro: mentre l’Occidente si “impantana” nelle proprie sanzioni, la Russia ha trasformato l’isolamento in un’occasione per consolidare la propria sovranità economica. 

Infine, un durissimo attacco al Segretario Generale della Nato, Mark Rutte. Putin lo ha accusato di alimentare un clima bellicista non supportato nemmeno dai documenti ufficiali statunitensi: “Nella nuova strategia Usa, la Russia non è indicata come nemico. Rutte invece si prepara alla guerra con noi. Ma cos’è questo... sa almeno leggere?”. 

Putin ha concluso ribadendo che la Russia vuole vivere un 2026 di pace, ma che la sicurezza nazionale non sarà mai barattata: “Ogni Paese può scegliere i propri metodi di difesa, ma questi non devono mai minacciare la Russia”.