MOSCA - Il presidente russo Vladimir Putin, parlando al ministero della Difesa, ha scagliato un duro attacco contro i leader europei, accusandoli di alimentare “un’isteria collettiva” su un possibile scontro con Mosca. Definendo “sciocchezze e bugie” le ipotesi di un’invasione russa dell’Europa, lo zar ha usato toni sprezzanti verso le élite di Bruxelles, definendole “porcellini” accodati agli interessi Usa.
Il leader del Cremlino ha rivendicato i successi militari, affermando che le truppe russe mantengono saldamente l’iniziativa strategica su tutta la linea del fronte e “annientano” le unità d’élite ucraine addestrate in Occidente.
Putin ha inoltre inviato un monito globale sulla centralità dell’arsenale atomico russo, definendo le forze nucleari strategiche come il pilastro insostituibile per contenere eventuali aggressori e mantenere l’equilibrio di potere nel mondo.
In questo scenario di accesa contrapposizione, il leader del Cremlino ha accusato apertamente la Nato di aver intrapreso una pericolosa modernizzazione delle proprie capacità offensive, estendendo lo schieramento di nuovi sistemi d’arma fin nello spazio.
Un capitolo significativo di questa retorica è stato infine dedicato al riconoscimento formale del sostegno militare di Pyongyang: Putin ha elogiato i soldati inviati da Kim Jong-un, descrivendoli come “compagni d’armi” il cui valore è stato determinante nelle complesse operazioni di sminamento e di riconquista territoriale nella regione di Kursk.
Sul campo, la notte tra il 16 e il 17 dicembre 2025 è stata segnata da attacchi incrociati. Un raid di droni ucraini ha colpito una raffineria a Slavyansk-on-Kuban, nel sud della Russia, provocando un vasto incendio e blackout per oltre 38.000 persone. Contemporaneamente, le difese aeree di Kiev sono state attivate per respingere un’ondata di droni russi nel distretto di Obolonskyi.
Mentre Zelensky annuncia che le proposte di pace elaborate con Washington saranno pronte a breve, il fronte diplomatico resta frammentato. Bloomberg riferisce che Washington sta preparando sanzioni sulla “flotta ombra” e sul settore energetico russo per forzare Putin al tavolo delle trattative.
Le nuove sanzioni, secondo quanto ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “danneggerebbero le relazioni” tra i due Paesi. “È ovvio, qualsiasi sanzione danneggia il rafforzamento delle relazioni”, ha commentato.
Viktor Orban, in volo verso Bruxelles, ha annunciato la rottura del principio di “leale cooperazione” con la Ue, accusando i leader europei di voler “espropriare” illegalmente 210 miliardi di euro di beni russi tramite maggioranza qualificata. Infine, il cancelliere Friedrich Merz ha sorpreso gli osservatori ipotizzando che una futura forza di pace multinazionale potrebbe dover respingere militarmente incursioni russe nella zona smilitarizzata.