BRUXELLES - La richiesta di revoca di immunità al Parlamento europeo, avanzata dalla procura federale belga nell’ambito dello scandalo corruzione Qatargate, riguarderebbe le eurodeputate del Pd Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti. Lo riporta il quotidiano belga Le Soir.
I loro nomi erano comparsi già in un primo momento nel fascicolo dell’indagine sul presunto scandalo di corruzione, scoppiato il 9 dicembre 2022. La richiesta della procura è stata presentata all’ufficio di presidenza del Parlamento europeo e sarà annunciata in apertura della plenaria del 10 marzo a Strasburgo, prima di essere sottoposta all’esame della commissione Affari giuridici.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, informerà l’Aula della richiesta di revoca dell’immunità all’apertura della sessione plenaria, che si terrà la prossima settimana a Strasburgo. Partirà poi l’iter che coinvolge la commissione giuridica (Juri), che si esprimerà sulla richiesta e si terrà infine un voto in plenaria. Finora erano state concesse tutte le richieste di revoca avanzate nell’ambito del Qatargate.
A oltre due anni dai blitz della polizia belga che portarono all’arresto degli indagati eccellenti - l’ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri, ritenuto l’anima della presunta trama di corruzione, il suo ex braccio destro Francesco Giorgi, l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili, l’ex eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino e l’ex eurodeputato socialista belga Marc Tarabella - scuotendo gli ambienti politici comunitari, l’inchiesta sul presunto giro illecito di denaro tra Bruxelles, Doha e Rabat è ormai da tempo su un binario morto. Senza scadenze all’orizzonte, né per il riesame dei metodi degli 007 - finiti a loro volta sotto indagine - né per il rinvio a giudizio o l’archiviazione per gli indagati che, nel corso del 2023, erano poi stati liberati in sequenza, dopo diversi mesi passati in carcere o ai domiciliari.
Nelle scorse settimane la lista degli indagati è tuttavia tornata ad allargarsi: a gennaio altri tre assistenti legati ai Socialisti e democratici (S&D) sono finiti nella rete degli investigatori. Poco dopo è arrivato anche l’annuncio di un’indagine a carico dell’ex eurodeputata socialista belga Maria Arena - sin dall’inizio accostata all’inchiesta, ma fino a quel momento mai iscritta sul registro degli indagati - con l’accusa di presunta appartenenza a un’organizzazione criminale, ma senza i capi d’imputazione di corruzione e riciclaggio che gravano invece sugli altri.
La nuova mossa della procura belga nei confronti di Moretti e Gualmini è la prima decisione firmata dalla nuova giudice istruttrice Pascale Monteiro Barreto, subentrata a febbraio ad Aurélie Déjaiffe, che a sua volta aveva lasciato l’incarico dopo l’addio del più celebre magistrato Michel Claise, costretto a fare un passo indietro nel giugno 2023, per sospetto conflitto d’interessi.
Il nome di Moretti era emerso nelle fasi iniziali dell’inchiesta, comparendo tra le carte che riguardavano il presunto coinvolgimento di Cozzolino - rilasciato dopo quattro mesi ai domiciliari - insieme a Tarabella e Arena. I quattro venivano indicati come un “quadrumvirato”, capace di agire con “precisione, attenzione ed efficacia” per favorire gli interessi del Qatar. Tutte accuse che l’eurodeputata dem aveva da subito respinto con fermezza, negando qualsiasi coinvolgimento. Il nome di Gualmini era invece comparso nel fascicolo all’indomani dell’audizione al Parlamento europeo del ministro del Lavoro del Qatar svoltasi nel novembre 2022.
Il Qatargate è considerato il più grosso scandalo che ha colpito l’europarlamento. Ha coinvolto diverse figure anche di altissimo profilo dell’Unione Europea, accusate di aver accettato denaro in cambio di un aiuto politico per migliorare l’immagine del Qatar.
Dall’inchiesta belga sarebbe stato individuato “un gruppo indeterminato e molto ampio di persone”, dedito alla consumazione di “fatti di corruzione”, che avrebbe operato all’interno di “strutture europee con o senza legami con l’Unione Europea”. È quanto emerge dal decreto di perquisizione, eseguito nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza, su delega della procura di Milano, nell’ambito di un ordine di investigazione europeo richiesto attraverso Eurojust dalla procura federale di Bruxelles.