BRISBANE – Degna conclusione per la Settimana della lingua italiana nel mondo. Sabato scorso, più di 280 tra insegnanti e cultori della ‘bella lingua’ si sono connessi in rete per una mezza giornata ricca di contenuti in occasione della quinta Conferenza nazionale dei docenti d’italiano d’Australia. Oltre a essere un appuntamento di aggiornamento professionale, il convegno è un importante spazio d’incontro per sviluppare la coesione del settore in tutto il Paese, come ha sottolineato la direttrice dell’Ufficio Istruzione dell’Ambasciata di Canberra Anna Rita Tamponi. Quest’anno, il potenziale dell’evento è stato maggiore, grazie all’abbattimento dei costi di viaggio: per cause di forza maggiore, invece che a Brisbane, si è tenuto online sulla piattaforma Zoom, consentendo la partecipazione di un folto pubblico, non solo dall’Australia ma anche dall’estero (da Argentina e Italia, per esempio).
Impeccabile il supporto dell’Italian Language Centre di Brisbane (una divisione del Co.As.It.) che ha permesso lo scorrevole svolgimento delle presentazioni, introdotte da Tamponi che ha dato il benvenuto ai partecipanti affiancata dall’Ad del Co.As.It. Dina Ranieri.
La prima a intervenire per un saluto istituzionale è stata l’ambasciatrice Francesca Tardioli, che ha ricordato l’attualità e la rilevanza del tema della XX Settimana della lingua: mai come in questi ultimi anni, l’immagine è ciò che cattura l’attenzione prima della parola scritta, specialmente in tutte le forme di comunicazione virtuale e sui social media. Diventa quindi “significativo e interessante riflettere assieme su come adeguare le modalità dell’insegnamento della lingua a fronte di questa realtà”.
Un’illustrazione o una foto, come ci spiega l’Ambasciatrice, hanno il potere di catturare lo sguardo anche dei più distratti, diventando un potente strumento di avvicinamento.
Gli esperti e gli specialisti che si sono susseguiti nell’arco della conferenza hanno confermato l’importanza della comunicazione visiva e fornito numerosi esempi sui quali poter lavorare con gli studenti di tutte le età. A partire dai più piccoli, di cui troppo spesso si dimentica il ruolo di “cittadini del presente”, fruitori di storie che raccontano il mondo in cui viviamo. Ce lo ricorda la scrittrice e “imprenditrice seriale”, Francesca Cavallo, da anni impegnata a portare sul mercato internazionale riviste e libri per l’infanzia di qualità. In questo ambito, le immagini sono fondamentali perché approfondiscono il significato del testo e rendono il messaggio più accessibile. Devono pertanto essere accurate e inclusive, così come le storie che raccontano. Una missione che Cavallo ha fatto propria, non da ultimo con Il dottor Li e il virus con in testa una corona, un libro che mette in luce un eroe cinese in un tempo in cui si è assistito in tutto il mondo a una forte discriminazione contro la popolazione asiatica (20 copie sono state donate ad altrettanti partecipanti della conferenza). La storia parla di Li Wenliang, il primo medico di Wuhan a denunciare la pericolosità del Covid-19 lo scorso dicembre, venendo accusato di falso dalla polizia e perdendo la vita a febbraio, causa del virus.
Dal mondo della narrativa per ragazzi, si è passati poi ai muri delle città italiane con il professore della University of Melbourne John Hajek che ha mostrato quanto i graffiti possano diventare un ottimo punto di partenza per analizzare società, variazioni linguistiche e, perché no, errori grammaticali che sembrano abbondare tra i madrelingua che si dilettano a lasciare i messaggi più disparati in strada. Per Hajek, graffiti e fumetti (di cui l’Italia vanta una lunga storia) sono risorse didattiche dall’alto potenziale. Lo ha confermato anche Martina Battista, assistente linguistica del Co.As.It., che ha lavorato con i suoi studenti di una scuola secondaria di Melbourne analizzando e divertendosi con Capitani italiani: una serie di fumetti con protagonisti cinque supereroi che incarnano alcune città italiane (Venezia, Napoli, Palermo, Firenze, Roma) e le fanno di conoscere attraverso le avventure e le illustrazioni dei disegnatori di Venezia Comix.
La conferenza ha offerto contenuti stimolanti non solo per i docenti: Tullio Rossi ha davvero tenuto tutti con i nasi incollati agli schermi con le sue accattivanti animazioni scientifiche. Biologo marino, grafico e fondatore di un’agenzia di comunicazione per la divulgazione scientifica, Rossi è da anni impegnato a rendere accessibili e coinvolgenti argomenti tecnici complessi, a partire dalla propria ricerca di dottorato che ha trasformato in un cartone animato pluripremiato apprezzato anche al di fuori dagli ambienti accademici. Uno strumento quindi facilmente adattabile anche a noiose lezioni di grammatica.
Non poteva mancare una tappa “appetitosa” legata al cibo: un argomento universale che fa breccia in chiunque si avvicini all’Italia. Giovanna Amatruda, docente dell’ILC, ha mostrato un modo originale e spassoso per presentare l’argomento a studenti di diverse fasce d’età: i foodles di Massimo Fenati (un misto di illustrazioni e fotografie umoristiche) e le intramontabili pubblicità di Armando Testa, che lasciano il segno fin dai tempi di Carosello.
Il genio italiano è stato omaggiato anche da Tamponi, che ha ricordato il regista Federico Fellini e il suo Libro dei sogni.
Prima dei workshop didattici pomeridiani, il direttore dell’Istituto Italiano di cultura di Sydney, Lello Guarneri, ha annunciato il nome della vincitrice del Premio Italia 2020: Maya Tudorin (University of Melbourne) si è aggiudicata un viaggio di andata e ritorno per l’Italia nell’ambito del concorso organizzato dall’Ambasciata e dagli IIC di Sydney e Melbourne e che vede coinvolti tutti gli atenei universitari dove si insegna l’italiano.
L’appuntamento è adesso per il 2021, con l’auspicio di potersi incontrare nuovamente di persona.