Domenica 11 settembre, alla All Saints’ Anglican Church, a East St Kilda, alle ore 3pm si terrà La Petite Messe Solennelle, l’ultimo capolavoro creato da Gioachino Rossini, noto compositore italiano di fine ‘700. Rossini nacque in una famiglia che viveva di musica: la madre era infatti cantante lirica, mentre il padre suonava la tromba e il corno nella banda cittadina.
Rossini girava quindi, fin da giovane, i palcoscenici delle Marche e dell’Emilia-Romagna seguendo i genitori che andavano in tournée e iniziò la sua formazione musicale a Bologna, innamorandosi ben presto delle melodie di Haydn e Mozart. Diventato direttore del Teatro San Carlo di Napoli a soli 23 anni, nel 1815, Rossini ha composto opere che sono state scolpite nella storia come Il barbiere di Siviglia o Guglielmo Tell.
Amante della vita e appartenente a una cultura laica che traspare dai ritmi e dai versi dei propri capolavori, Rossini si accosta tuttavia al tema religioso. E proprio quest’ultimo è al centro de La Petite Messe Solennelle che tratta del confronto con il trascendente inseguendo una ricerca di verità attraverso una sincerità di linguaggio particolare.
Sono molti i nomi noti degli artisti coinvolti in questa performance, da Lee Abrahmsen come soprano, a Liane Keegan come contralto, a Tymothy Reinolds come tenore e Adrian Tamburini come basso.
“Ho già cantato Rossini molte volte come per Il barbiere di Siviglia, Cenerentola e altri, ma mai mi sono cimentato in La Petite Messe Solennelle. Questa è un’opera interessante anche perché ci sono molte parti cantate in latino”, ha dichiarato il direttore musicale e cantante lirico di origine italiana. Tamburini è infatti nato a Melbourne da padre di Massa Carrara e madre di Treviso.
L’artista vanta una brillante carriera in campo musicale.
Oltre che cantante è anche insegnante, produttore e direttore musicale. “È la prima volta che canto questa messa, ma in realtà in passato ho già cantato in latino perché sono stato corista alla St Patrick Cathedral di Melbourne per quasi 15 anni e, ogni settimana, cantavo nella lingua degli antichi Romani – ha raccontato Tamburini –. Il maestro dell’orchestra, David Kram, era il mio professore al Conservatorio e, proprio per questo, abbiamo già lavorato insieme per quasi 25 anni: ero giovanissimo quando ho iniziato a studiare con lui e abbiamo partecipato a parecchi concerti insieme. Anche con gli altri colleghi coinvolti nello spettacolo di domenica ho già lavorato diverse volte in passato e posso vantare una preziosa amicizia con ognuno di loro”.
La Petite Messe Solennelle che verrà cantata domenica è stata organizzata dal Melbourne Chamber Choir, in collaborazione con More Than Opera e fa parte dei ‘2022 All Saints Concert Series’.
Si tratta di una messa cantata, scritta e ideata per essere un concerto utilizzando, però, parole e tradizioni tipiche delle tradizioni religiose.
“Anche Mozart e Beethoven ne hanno scritte parecchie durante la loro carriera – ha dichiarato Tamburini –. Credo, però, che Rossini avesse una capacità particolare nello scrivere le cantate. Non ha la lirica tipica dell’Opera, ma presenta delle melodie magnifiche prodotte dalla congiunzione del coro con l’orchestra. Inoltre, l’ambientazione in chiesa amplifica la magnificenza dell’esibizione”.
La Petite Messe Solennelle rappresenta l’ultima opera composta da Rossini ed è stata creata poco prima prima della sua morte.
Questo capolavoro presenta diverse contraddizioni: la prima contenuta nel titolo nel contrasto tra i due termini petite (rispettivamente ‘piccolo’ in francese) e solennelle (‘solenne’).
Il primo termine è rivolto alla dimensione esecutiva la quale, però, trasposta a un organico sinfonico e allargata dal coro, la qualifica come ‘solenne’.
Questa è un’opera che rappresenta un appuntamento con la fede da parte dell’ascoltatore che, però, deve fare i conti con la concezione e la reputazione laica e cinica di cui gode Rossini come artista.