SYDNEY – Motivazione, impegno, sacrificio e passione: sono queste quattro parole che descrivono al meglio Daniele Fulvi, studente internazionale italiano che ha raccolto i frutti del duro lavoro, vincendo il premio per il miglior dottorato di ricerca alla Western Sydney University nel 2020.
L’interesse di Daniele per la filosofia, nato grazie all’aiuto di un insegnante che lo ha ispirato durante gli anni del liceo in Italia, è andato oltre la passione, portandolo a conseguire più di una laurea, a intraprendere una carriera nel mondo accademico e a scrivere una tesi pluripremiata.
Nonostante sia nato e cresciuto in un piccolo paese montano dell’Abruzzo, chiamato Capitignano, Fulvi non ha avuto problemi a crearsi nuove opportunità, dedicandosi ai suoi studi nella prestigiosa Università dell’Aquila per completare la laurea in Filosofia e poi frequentando l’Università di Firenze per i suoi master, nello stesso ambito.
A causa della mancanza di fondi per dottorati e programmi di ricerca post-dottorato, i tentativi di Fulvi per conseguire il suo dottorato in Italia non hanno avuto successo.
Affascinato dall’Australia e dalla cultura indigena fin dalla giovane età, Daniele ha rapidamente colto l’opportunità, quando si è presentata, di fare domanda per una borsa di studio di dottorato alla Western Sydney University. “È stato un vero e proprio sogno diventato realtà ricevere questa borsa di studio - ha ricordato con nostalgia Fulvi -. Ho infatti potuto trasferirmi nella terra che avevo sempre sognato. Fin dal primo giorno mi sono adattato allo stile di vita meno frenetico che vedo in Australia. Anche se Sydney è una città molto grande, se la confronto con città come Roma, non mi sembra così convulsa e trafficata”.
Fulvi ricorda la cordialità e l’accoglienza delle persone a Sydney. Al suo arrivo in città, infatti, ha cercato di interagire il più possibile con la gente del posto e di immergersi completamente nella cultura australiana.
All’interno della sua tesi di dottorato, Fulvi ha analizzato il lavoro di due filosofi in particolare, Schelling e Pareyson, per indagare la questione del male in relazione alla libertà.
“L’obiettivo della mia tesi era dimostrare che la libertà è fondamentalmente una questione di resistenza. Infatti, bisogna resistere al verificarsi del male per riuscire a essere buoni, agire bene ed essere liberi”, ha spiegato Fulvi.
Nel suo percorso di studi, durato tre anni e mezzo, Daniele ha trascorso anche del tempo in Germania e in Italia per completare il lavoro sul campo. Ci ha tenuto a sottolineare la soddisfazione che ha provato non solo nello scrivere, ma anche nello studiare e nel fare ricerche, raccontando che ha amato ogni singolo momento del suo dottorato. L’immensa passione di Fulvi per la filosofia e l’educazione traspaiono da ogni sua parola.
Il ricercatore ammette però di aver incontrato anche qualche difficoltà durante il suo percorso di studi. In particolare, era rimasto molto deluso dalla mancanza di tariffe scontate di viaggio per gli studenti internazionali nel New South Wales. A tal riguardo, nel 2017, Fulvi ha coordinato una campagna per chiedere al governo del suo stato di autorizzare gli studenti internazionali a tali concessioni. È riuscito a raccogliere più di 8mila firme e la petizione è stata presentata in Parlamento con il sostegno di parlamentari locali e Consigli universitari.
Fulvi è, inoltre, molto grato per il supporto ricevuto dai suoi relatori – il professore associato Paolo Diego Bubbio e il professore Dennis Schmidt –, che lo hanno sostenuto e tenuto motivato durante tutto il periodo di studio e di scrittura del dottorato.
“Anche quando mi sentivo giù o insicuro sul mio lavoro, sapevano sempre cosa dire per tirarmi su di morale e mi hanno incoraggiato ad andare in Italia e in Germania quando io stesso non ne ero molto convinto”, ha raccontato.
Questi stessi professori hanno poi proposto Fulvi per l’onorificenza. “Sono rimasto davvero sorpreso quando ho saputo di tale titolo; all’inizio non ci ho creduto - ha dichiarato Fulvi -. Mai mi sarei aspettato un tale riconoscimento per il duro lavoro che ho svolto negli ultimi anni!”.
Nonostante si faccia sentire la lontananza dalla famiglia e dai propri cari in Italia, Daniele è convinto del loro supporto e della loro consapevolezza che lui sia in Australia per realizzare le sue aspirazioni personali e professionali.
“I miei progetti e le mie speranze per il futuro sono quelle di continuare a lavorare nel mondo accademico come docente o ricercatore”, ha dichiarato. Fulvi sta attualmente lavorando alla Western Sydney University, tenendosi impegnato con corsi e conducendo piccole attività di ricerca e, inoltre, insegna italiano in diverse altre scuole di Sydney.
Il ricercatore, infine, cerca sempre di mantenere uno stretto rapporto con la comunità italiana locale, in particolare con la Federazione dei Lavoratori e delle Famiglie dei Migranti Italiani (FILEF). Ha voluto dedicare questo premio ai suoi professori, alla sua compagna Mietta e alla sua famiglia a casa in Italia.
Daniele è una storia moderna di successo dei migranti italiani e la sua esperienza suggerisce che l’Australia è ancora lo stesso Paese che dà tante possibilità ai giovani migranti volenterosi, proprio come 50 anni fa.