È una sensazione comune che tante persone, durante e dopo la pandemia hanno provato. L’interminabile stanchezza che sembra obnubilare la mente e l’angoscioso presentimento di non aver concluso gli obiettivi che ci si era prefissati. Questo sentimento non è figlio del mondo moderno, centro indiscusso di frenesia e ambizione ma, come testimonia la storia, è stato presente anche in passato.
Proprio questo è il punto di partenza dello spettacolo After Aida, un’opera teatrale con musica che racconta del tentativo di amici e familiari di convincere il grande compositore Giuseppe Verdi a riprendere con il suo genio e imbarcarsi in una nuova avventura musicale, l’Otello.
Questa opera frizzante, scritta da Julian Mitchell, vuole quindi raccontare uno spaccato di vita reale, mettendo a nudo una delle personalità più influenti della cultura italiana, facendone scoprire allo spettatore un tratto più umano del suo carattere, meno invincibile e, forse, proprio per questo più vicino a tutti noi.
After Aida andrà in scena all’Atheneum Two, dal 20 al 22 maggio, in lingua inglese e includerà numerose parti liriche cantate. “Ci saranno le opere di Verdi, Boito, Rossini, il quartetto del Rigoletto, molte musiche dall’Otello; quindi, le persone avranno la possibilità di ascoltare tantissima musica in italiano tra una scena e un’altra”, ha raccontato il direttore musicale Adrian Tamburini.
Nato a Melbourne da padre di Massa Carrara e madre di Treviso, Tamburini vanta una brillante carriera, trainata dalla sua infinita passione per il mondo musicale, che ha fatto sì che iniziò a cantare all’età di soli cinque anni. “Nel 1990, quando i tre tenori Pavarotti, Jose Carreras e Placido Domingo cantarono ai Mondiali di calcio, mi innamorai dell’opera e così decisi di diventarne un cantante”, ha rivelato Tamburini. L’artista ha lavorato per oltre dodici anni con Opera Australia e collaborato con la West Australian Symphony Orchestra e con la Melbourne Opera, per poi fondare la scuola di musica Pure Harmony Music Studio, nell’iconico Nicholas Building in Swanston Street. “Sono molto felice e legato ai miei studenti a cui insegno canto e pianoforte”, ha rivelato.
Ad oggi Tamburini, oltre che cantante e insegnante, è anche produttore e direttore musicale e la motivazione dietro a tale scelta si cela nel suo desiderio di lavorare esclusivamente con persone che rispetta: “Se mi imbarco in un progetto nuovo, mi piace coinvolgere persone che conosco e di cui nutro stima per collaborare insieme. Per questo spettacolo ho scelto personalmente tutti i cantanti”.
La trama dello spettacolo è ambientata nel 1879 e, da circa una decina d’anni, il noto compositore originario di Busseto, piccolo paese nel Parmense, non ha prodotto nuove opere, complice forse il desiderio di ritirarsi dalla scena musicale. Nasce così un affettuoso ‘complotto’ da parte del suo agente musicale Giulio Ricordi, del direttore musicale Franco Faccio e della moglie Giuseppina per farlo tornare a incantare il mondo intero con le note delle proprie composizioni.
“Dopo il Requiem, composto nel 1875, Verdi aveva detto che ne aveva abbastanza – ha spiegato l’attore che interpreta Ricordi, Paolo Bartolomei –. Poi, nel 1879, si è dedicato alla composizione dell’Otello che è uscito solo nel 1887”. Bartolomei è nato a Roma e, dopo una laurea in Storia dell’Arte e un passato da ballerino, è arrivato in Australia alla fine del 2016, diventando il primo studente internazionale di teatro al National Theatre, dove ha studiato per oltre tre anni e con il quale ha ottenuto anche una borsa di studio.
Con l’avvento della pandemia, l’attore è riuscito a ottenere un ruolo nella serie The Newsreader e a collaborare come assistente alla regia in uno spettacolo teatrale. “Sono sincero, dopo il Covid ho perso un po’ di dimestichezza con il palcoscenico, spaventandomi un po’ più facilmente – ha confidato l’attore –. Però nonostante questo, sto cercando di rimettermi in gioco cercando di sfidare le mie paure. Un giorno poi, il direttore di After Aida, David Meadows, mi ha chiamato dicendomi di avere un ruolo che faceva proprio al caso mio, così ho accettato molto volentieri!”
Bartolomei è contento di interpretare Giulio Ricordi nello spettacolo: “Lui è il classico impresario italiano che vuole avere successo e cerca di spremere il più possibile Verdi perché si crei questa nuova opera. Credo però che, in realtà, il rapporto tra Verdi e Ricordi sia stato di sincera stima. Nonostante le apparenze, da quanto emerge, il personaggio di Giulio sembra onesto e legato da un vero rapporto di amicizia al compositore. Questa è un’opera molto inusuale, infatti, non ho mai sentito di uno spettacolo in grado di intrecciare così amabilmente canto lirico con interpretazione storica”.
Inconsapevolmente, quest’opera lega anche la storia di Giuseppe Verdi a quelle degli artisti coinvolti in quanto, proprio come il compositore, tornano a prendere in mano la propria vita artistica dopo anni di letargo pandemico. Una forte resilienza lega quindi compositore e interpreti che, a secoli di distanza, sono riusciti a far nascere da uno stallo importanti e preziose iniziative.
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