Bruxismo, quando lo stress ti rode i denti.Un fenomeno estremamente sottostimato e mal gestito che, se intercettato precocemente, può essere facilmente arginato o controllato. Per Bruxismo si intende il digrignamento notturno dei denti, ma anche una serie di altre attività a carico dei muscoli masticatori, quali serrare i denti o irrigidire la mandibola anche in assenza di contatto dentale, che causano disturbi e fastidi: mal di testa al risveglio o a fine giornata, dolore o difficoltà ad aprire la bocca o a masticare, tensioni al viso e talvolta al collo, usure e fratture dentali, difficoltà a dormire sono solo alcuni dei sintomi riconducibili al Bruxismo che costituiscono un’entità piuttosto complessa e che possono frequentemente sfociare in disordini temporo-mandibolari. Le cause sono molte ma tra queste lo stress, l’ansia e altri fattori che stimolano il sistema nervoso centrale (come, ad esempio, il consumo eccessivo di caffeina, alcool o nicotina o l’assunzione di alcuni farmaci psichiatrici o neurologici) giocano un ruolo determinante.

A questo proposito la pandemia non ha aiutato, mettendo a dura prova le persone che hanno visto i propri livelli di stress aumentare vertiginosamente. Secondo i dati di una recente ricerca, nel 2020 i casi registrati di questo disturbo sono aumentati del 36% e si è rilevato un incremento del 120% rispetto al 2019 delle fratture dentali e un sensibile aumento delle carie (+18%). 

Sebbene si tratti di una condizione sempre più frequente e diffusa, il fenomeno è caratterizzato da una serie di zone d’ombra che si rendono necessarie spiegare per supportare chi ne soffre, con particolare attenzione ai pazienti che presentano questo disturbo unitamente al russamento: in questi pazienti, infatti, vi è un maggiore rischio di apnee del sonno e possibili ripercussioni sulla salute generale.

Inoltre, c’è un problema legato alla non consapevolezza, ovvero sono in molti ad ignorare che la causa di determinati sintomi sia proprio il Bruxismo. Il COVID-19 ha eroso ed erode molti comparti della nostra civiltà. A una di queste erosioni può porre poderoso argine l’informazione che se ben veicolata può fornire un supporto efficace al fenomeno del Bruxismo, il digrignamento involontario, soprattutto notturno, dei denti, legato a problemi di ansia che la pandemia ha consistentemente peggiorato. Troppo spesso esso viene erroneamente identificato unicamente con il digrignamento dei denti durante il sonno, mentre è un fenomeno molto più diffuso e complesso, che si verifica anche mentre siamo svegli, ma del tutto ignari e inconsapevoli.

Il bruxismo lieve o sporadico di solito non è dannoso per l’organismo. Quando invece supera la soglia individuale di tolleranza, vuoi per quantità o per intensità, esso può provocare danni ai denti, ai muscoli masticatori e alle articolazioni temporo-mandibolari. Imparare a riconoscerlo tempestivamente e a controllarlo rappresenta la strategia più semplice, più conservativa e più efficace e deve pertanto essere sempre il primo approccio terapeutico.

A proposito di disturbi del sonno, messa a punto una nuova tecnologia per telefoni cellulari in grado di identificarli e diagnosticarli. Si tratta di una “sveglia intelligente” che si usa per svegliare dolcemente gli utenti. I disturbi del sonno (sonnipatie) sono molto diffusi, in forme diverse, e alcuni di essi possono interferire con le normali funzioni fisiche, mentali o emozionali di una persona. Tra i più comuni disturbi del sonno troviamo l’insonnia, il sopracitato bruxismo, disturbi del ritmo cicardiano, respiro corto o lento durante il sonno, terrore notturno, disturbo del movimento intermittente degli arti (es. scalciare involontario o gambe irrequiete), sonnambulismo e jetlag. Questi disturbi possono essere provocati da diversi fattori, tra cui cambiamenti dello stile di vita (es. un cambiamento nell’orario di lavoro), ansia, dolore, rumore, incontinenza, alcuni farmaci, disturbi ormonali, tensione premestruale o alcoolismo.

La diagnosi dei disturbi del sonno richiede esami approfonditi, di solito presso una clinica del sonno usando una serie di test, e la compilazione di un “diario del sonno”. Questa procedura puo’ richiedere molto tempo e denaro. I disturbi del sonno possono essere seri: una recente ricerca ha mostrato che dormire meno di cinque ore a notte aumenta il rischio di ipertensione. In ogni caso, a causa della scomodità e del costo della diagnosi convenzionale, molte persone che soffrono di disturbi del sonno cercano semplicemente di convivere con il problema. Un modo per ridurre lo stress dovuto ai disturbi del sonno è quello di svegliarsi dolcemente. Alcuni studi hanno dimostrato che il momento migliore per far suonare la sveglia è quando una persona è “quasi sveglia” in termini del proprio ritmo del sonno naturale. In quel momento il corpo e il cervello sono pronti a svegliarsi, quindi il passaggio tra il sonno e la veglia è meno frastornante.

I ricercatori si sono concentrati su questa parte del ciclo del sonno, e hanno sviluppato quello che chiamano un “orologio che risveglia” più che una sveglia vera e propria. I ricercatori hanno usato un semplice microfono, disponibile nella maggior parte dei telefoni cellulari, per registrare ed analizzare i movimenti in 80 soggetti per un periodo di sei mesi. Hanno scoperto che la tecnologia era adeguata per analizzare i periodi di quiete e di movimento in una normale stanza da letto.

E’ stato notato quasi subito che un normale microfono è molto sensibile a qualunque suono o voce prodotti dai movimenti nel letto durante la notte. Tutti abbiamo sentito i tipici suoni di un cellulare che chiama accidentalmente dalla tasca di qualcuno. La nuova sveglia è incorporata in un telefono cellulare. Il soggetto programma normalmente l’ora in cui desidera essere svegliato e mette il telefono vicino (di solito sotto il cuscino). Il telefono analizza i “suoni dei movimenti del sonno” del soggetto. Venti minuti prima del momento in cui la sveglia è programmata per suonare, il telefono determina quando il soggetto sta facendo suoni da “quasi sveglio”, ed emette un leggero segnale di sveglia.

L’orologio del risveglio è meno stressante di una tradizionale sveglia, e l’analisi del diario del sonno ha indicato che i soggetti hanno tratto beneficio dall’uso del nuovo dispositivo per una settimana. L’uso costante di questa sveglia aiuta l’orologio interno del cervello a imparare i corretti ritmi del sonno. Non viene emesso alcun segnale di sveglia prima dell’orario programmato se il soggetto sta dormendo tranquillamente, visto che i soggetti che dormono profondamente all’orario della sveglia non apprezzano nessun tipo di allarme, per quanto dolce. Grazie al fatto che il dispositivo non è fisicamente attaccato al paziente, l’atto di analizzare il movimento non interferisce con il soggetto durante il sonno. E’ comodo ed economico in confronto alla normale serie di test usati nelle cliniche del sonno.