BUENOS AIRES – “Tutto merito di nonna Natalina”. Non ha dubbi, Ariel Santillán, quando parla di come è nata l’idea della sua impresa.
BuePizzaTour, itinerari gastronomici a bordo di un furgoncino tra le pizzerie “storiche” di Buenos Aires, inizia da un ricordo d’infanzia. Ariel e suo fratello, ancora bambini, che accompagnano la nonna a fare compere nel quartiere di Once. E il pomeriggio che finisce con una fetta di pizza al Banchero de Once, storico locale oggi chiuso.
“Con gli amici di sempre, nell’ormai lontano 2007, ci trovammo a discutere delle nostre pizzerie preferite – ricorda ancora Ariel –. Ognuno aveva la sua, che gli altri magari non avevano mai provato. È stato allora che ho pensato che sarebbe stato bello organizzare un pizza tour e visitarle tutte un po’ alla volta”.
Così Ariel inizia a informarsi e a riflettere sulla fattibilità del progetto. Crea un logo e un marchio e li fa registrare. Ma gli anni passano e l’idea non si concretizza.
Poi arriva la pandemia. Ed è proprio alla fine del 2020, quando – terminato il lockdown – si può ricominciare a uscire a gruppetti di amici, che Ariel decide di provarci.
“Era morto da poco mio padre – ricorda –. Mamma mi propone prendere la sua macchina per le incombenze di ogni giorno, vendere la mia, più nuova, e con il ricavato comprare un furgoncino. Ho avuto l’appoggio di tutta la famiglia: mio fratello, mia moglie…”
E naturalmente nonna Natalina Rago, che ha compiuto 90 anni il 25 dicembre scorso (da cui il nome di battesimo), emigrata da Genzano di Lucania (Potenza) nel 1945, per raggiungere il fidanzato, José Lepore, che era già in Argentina.
“Si sono sposati per procura, lei ancora in Italia, lui a Buenos Aires – racconta Ariel –. Poi l’hanno seguita le sorelle e i genitori”.
Gli inizi di PizzaTour non sono stati semplici. Perché un conto è il progetto, un altro la realizzazione pratica.
L’idea è portare in giro per Buenos Aires gruppi di amici amanti della pizza. Ma anziché limitarsi a un solo locale, si fanno tre tappe, in modo da poter provare una porzione in ogni pizzeria visitata.
Si mangia sul furgoncino, riadattato allo scopo con una piccola tavola da pranzo. “Abbiamo dovuto risolvere il problema della stabilità di piatti e bicchieri quando l’auto era in movimento – spiega Ariel –. Utilizziamo quelli in alluminio, infrangibili. E li assicuriamo alla tavola con dei magneti. Altrimenti a ogni curva dovevo urlare di afferrare il tutto per evitare di farlo cadere!”
Oggi sono disponibili quattro diversi tour in altrettante zone di Buenos Aires: 1-Microcentro (con le pizzerie Güerrín, Las Cuartetas, El Cuartito), 2-Chacarita e Villa Ortuzar (Angelín, La Mezzetta, Imperio), 3-San Telmo e La Boca (Banchero, Los Campeones, Pirilo), 4-Mataderos e Liniers (José Devoto, Cedrón, El Fortín).
Il prezzo è di 21mila pesos a persona (per sei persone) e comprende il trasporto da una pizzeria all’altra, tre porzioni di muzza (simile alla margherita), tre bevande, giochi da tavolo e karaoke. Il prezzo aumenta se non si raggiunge il totale di sei partecipanti e se si vuole una pizza diversa.
Si tratta comunque sempre di “pizza argentina”. Non perché Ariel non ami la napoletana tradizionale. “Ma la pizza in stile argentino viene già divisa in porzioni, oltretutto abbondanti.
“Cerco di non aumentare il prezzo, almeno finché mantengo un margine di guadagno – afferma Ariel –. Vivo di questo, ma sono anche consapevole delle difficoltà che attraversano molte famiglie. Non mi interessa ’fare il botto’, ma fidelizzare i clienti e farli tornare”.