BRISBANE - Sullo sfondo di Rainbow Beach, una piccola cittadina di mare a tre ore da Brisbane, dove abitano circa 1250 persone, Elisa e Alessia hanno incrociato le loro vite e instaurato un rapporto di lavoro e profonda amicizia, che ha regalato a entrambe anche la possibilità di esprimere la propria creatività. 

“L’universo ci ha fatto incontrare: io porto le parole e Alessia, i colori e le tecniche”, esordisce Elisa Mele, sarda trasferitasi in Australia nel 2013. “Ho fatto la ragazza alla pari a Cooloola Cove, a una ventina di chilometri da Rainbow Beach, dove venivo tutte le volte che avevo un giorno libero perché me ne ero innamorata”, aggiunge.

Elisa, nel frattempo, ha trovato anche l’amore su quella spiaggia, costruito una famiglia e avuto una bambina, Sofia, che oggi ha sette anni. Poi, in qualche modo la storia si è ripetuta: Elisa ha, a sua volta, cercato una ragazza alla pari, accogliendo Alessia Castiglioni, che dalla provincia di Mantova si è spostata a Rainbow Beach, un luogo che oggi chiama casa insieme al suo compagno e Matisse, la loro bimba di due anni. 

La spiaggia di Rainbow Beach rappresenta la scenografia delle loro vite, ed è anche il luogo dove, passeggiando una di fianco all’altra, hanno immaginato una storia che avesse le loro bimbe come protagoniste.

Da quel pensiero e da un’affinità professionale e d’animo è nato La Terra Arcobaleno di Sofia e Matisse, un libro scritto da Elisa Mele e illustrato da Alessia Castiglioni, con cui raccontano non solo l’amicizia tra le loro figlie, ma anche il legame con quella terra e con la propria identità.

“La lingua e la cultura italiana ci stanno particolarmente a cuore, ma siamo anche molto rispettose dell’eredità culturale nativa”, sottolinea Elisa presentando il libro, che parla dell’incontro di Sofia e Matisse con Auntie Karen, “una Butchulla, una persona delle Prime Nazioni - First Nations – di questa parte del Queensland”.

Le bambine, che in un primo istante credono che Auntie Karen non sia australiana, capiranno proprio attraverso il suo racconto la storia dei suoi antenati.

“Un incontro storico di riconciliazione”, come lo descrive Elisa, un momento di confronto avvenuto realmente e durante il quale Karen Hall ha spiegato a un gruppo di bambini riuniti sulla Rainbow Beach come il popolo aborigeno si prendesse cura della terra.

Sfogliando le pagine de La Terra Arcobaleno di Sofia e Matisse si legge una storia antica dal messaggio molto attuale, quello della cura dell’ambiente che ci circonda, rappresentato dalla sensibilità di Alessia che, attraverso una lunga e attenta ricerca, ha pennellato con delicatezza la flora e la fauna di quella parte di Australia, rappresentando la natura con i suoi fiori, piante, uccelli e insetti, tutti nativi.

“La sfida più grande per me è stata di riuscire a inserire questi messaggi importanti in solo 600 parole”, sottolinea Elisa, che spiega come volesse contenere il testo per non rischiare di perdere l’attenzione dei bambini e contemporaneamente “dare la giusta importanza alle meravigliose illustrazioni e immagini di Alessia”. 

Il libro, che è nato in inglese con parole in italiano e in Butchulla, è stato poi tradotto in italiano, anche “per far conoscere alle nostre famiglie e amici in Italia qualcosa della nostra vita australiana e per aprire un dialogo più profondo”, aggiunge Mele, che spiega come abbiano voluto includere un glossario per spiegare i termini lasciati in lingua aborigena e in italiano.  

“Quello che noi facciamo con le nostre figlie per noi è così importante che abbiamo pensato di diffondere questo messaggio di gioia, di armonia, di riconciliazione. Mentre siamo una Nazione, non dobbiamo dimenticare la nostra identità multiculturale. Il libro è un riconoscimento alla storia, che è una storia personale e la storia dell’Australia – continua -. Parlare ai bambini significa parlare alle generazioni future e significa parlare anche ai loro genitori, che leggono per e con loro”.

La Terra Arcobaleno di Sofia e Matisse ha ricevuto il supporto anche dal Gympie Regional Council, “di cui siamo molto orgogliose”, concludono le autrici.