Una vita passata a inseguire il sogno dello sport, senza però mai dimenticare l’importanza degli studi e le infinite possibilità a cui danno accesso. Giovanni (John) Caniglia si è confrontato con questa dicotomia fin da quando era giovane. 

Figlio di padre abruzzese, di un paesino in provincia de L’Aquila, e madre siciliana, da Floridia, in provincia di Siracusa, Caniglia è nato a Melbourne. Quando era ancora bambino, tuttavia, la sua famiglia provò a ritornare in Italia: “Visto che mio padre era solo in Australia, non aveva familiari ed era rimasto profondamente legato alla sua famiglia, decise di provare a ritornare a casa sua – racconta –. Così ricordo come il mio quinto compleanno lo passai a Pescara. Anche a mia madre piaceva molto quella città perché c’era il mare e le ricordava la Sicilia”. Proprio poco prima del trasferimento nella più popolosa città abruzzese, però, suo padre cambiò idea e decise di ritornare in Australia perché si scontrò con alcuni limiti delle usanze italiane. 

Fu così che Caniglia ricominciò gli studi downunder, frequentando alcune scuole cattoliche private prima di ottenere una doppia laurea in psicologia e psicofisiologia, rispettivamente alla University of Melbourne e alla Swinburne University of Technology. In seguito, riuscì a completare anche un corso post graduate in business e marketing. 

Giovanni ricorda delle giornate divise tra i libri e il gioco del pallone, una costante che non lo ha mai abbandonato, ma anche della spinta dei suoi genitori a non abbandonare gli studi per nessuna ragione al mondo, neanche per quel tanto amato pallone circolare. “Le mie lauree riguardavano comunque l’ambito sportivo perché erano tutte basate sulla preparazione atletica, da un punto di vista fisico, ma soprattutto anche da quello mentale”, spiega l’attuale amministratore delegato di Pelligra Sports and Entertainment Italia.

Una ricerca costante di perfezionamento e una determinazione non comune lo hanno quindi portato a lavorare nell’AFL con i Western Bulldogs, come corporate sales manager. Erano gli anni in cui si stava costruendo l’imponente stadio a Docklands e il suo ruolo era quello di ingaggiare il maggior numero di business comunitari, soprattutto del CBD, per coinvolgerli nell’importante progetto. Finiti i tre anni di contratto, Caniglia ha deciso di accettare l’offerta dell’Hawthorn Football Club come direttore delle vendite, dove rimase per circa due anni. 

Dopo 5 anni di AFL, il CEO dei Western Bulldogs venne assunto dalla squadra del South Melbourne Football Club, appartenente alla National Soccer League (NSL) e, non essendosi dimenticato dell’immenso contributo apportato da Caniglia nella crescita della squadra di Footscray, gli volle offrire il ruolo da general manager per supportare il club nella transizione verso la A League.

Dopo alcuni mesi, tuttavia, Caniglia si sentì di essere pronto per intraprendere il grande passo e mettersi in proprio, comprando i diritti radio della squadra Melbourne Victory, riuscendo a trasmettere tutte le partite del primo campionato della squadra e fondando Give Me Football/ Give Me Travel, azienda attraverso la quale le persone venivano accompagnate ai più grandi eventi sportivi mondiali: come la Formula 1, Seria A, Premier League e altri campionati di calcio europei. 

Dopo una decina di anni e l’allargamento della propria famiglia, nel 2015, gli viene offerto il ruolo di strategic partnerships manager all’organizzazione no-profit The Smith Family, specializzata nella raccolta fondi per ragazzi che non potevano permettersi un’educazione. “Negli anni molte persone mi hanno chiesto come mai avessi accettato di lavorare in un campo così diverso da quello a cui ero abituato – racconta –. Ma per me questo ruolo aveva un significato particolare, perché in casa mia l’educazione non è mai stata negoziabile. Per gran parte della mia giovinezza ho passato interminabili sabati mattina alla scuola italiana e ora devo solo ringraziare mio padre per avere avuto questa visione perché il bilinguismo nella mia vita mi ha aiutato tantissimo. Lui mi ha trasmesso la sua lungimiranza, la passione e l’impegno per il lavoro”.   

Terminata questa esperienza, Caniglia si è lanciato in un nuovo ambizioso progetto: portare la famosa Targa Florio a Melbourne, impresa poi realizzata con l’aiuto dell’ex segretario generale della Camera di Commercio e dell’Industria Italiana di Melbourne, Luca Bottallo.

Nel 2017, viene a mancare uno dei pilastri più importanti della sua vita, suo padre. “Anni prima mi aveva detto: ‘Ma perché non vai a lavorare alla Camera di Commercio? Sono sicuro che con la tua esperienza lavorativa e le tue capacità saresti di enorme aiuto’ – ha raccontato Caniglia –. Così quando, nel 2018, mi venne proposto il ruolo da chief executive officer e segretario generale, lo accettai immediatamente, seguendo, ancora una volta, il consiglio di mio padre”. 

Caniglia racconta della situazione difficile in cui versava la Camera di Commercio in quel momento, rischiando quasi la chiusura. Così, dopo mesi di riflessioni e sforzi, propose quello che sapeva fare meglio: rilanciare il coinvolgimento dei business comunitari e rafforzare i legami con le medie e piccole imprese. In tre anni complessivi, di cui quasi due di pandemia, la Camera riuscì non solo a ripagare i propri debiti, ma ad accumulare importanti profitti essenziali per il proprio rilancio. 

“Abbiamo portato alla Camera credibilità e rafforzato i nostri contatti con City of Melbourne, lo stato del Victoria e il Consolato Italiano – racconta Caniglia –. La più bella serata di tutti e tre gli anni per me è stata quella dello scorso 9 dicembre, quando il console Trombetta ne ha approfittato per salutare tutti i presenti in vista della fine del proprio mandato. Credo che nessuno abbia mai visto una comunità italiana così unita come in quell’occasione. C’erano tensioni e rotture in passato, noi siamo riusciti a riallacciare i rapporti, perché quando si lavora in squadra è sempre meglio. Il senso di unione scaturito da questa serata è forse la cosa che mi è rimasta più a cuore”. 

Caniglia non sapeva ancora, però, che la sua nuova avventura lo stava già aspettando e lo avrebbe riportato ben presto a occuparsi nuovamente di sport. Quando, infatti, alcuni mesi fa, l’ambasciatore australiano a Roma, Greg French, ha invitato i rappresentanti della Camera di Commercio e dell’Industria al fine di capire la possibilità di investimento per alcune realtà sportive italiane come la squadra di basket del Varese o quella calcistica del Catania, Caniglia ha avuto la possibilità di andare con l’imprenditore Ross Pelligra, presidente del gruppo Pelligra, per capire quali fossero le opportunità.

Alcuni dei componenti dell’amministrazione del Catania Calcio, a partire da sinistra: il ceo Vincenzo Grella, il presidente Rosario Pelligra, il membro del cda Marco Bresciano e, infine, John Caniglia, amministratore delegato di Pelligra Sports and Entertainment Italia

Non ci volle molto per convincere l’investitore australiano a procedere con l’acquisizione della squadra di basket e a intraprendere, insieme a due ex giocatori italo-australiani protagonisti della Serie A, Mark Bresciano e Vincenzo Grella, anche quella del club calcistico catanese. A Giovanni Caniglia è stato offerta la possibilità di fare parte di questa nuova avventura ricoprendo il ruolo di amministratore delegato di Pelligra Sports and Entertainment Italia, regalandogli così l’opportunità di ritornare a due delle passioni che lo hanno reso la persona che è oggi: lo sport e l’Italia.