In passato la Nazionale si trasformava in Casa Juventus per la massiccia presenza di giocatori bianconeri. Era il tempo dei blocchi, reso possibile dai pochi stranieri che circolavano in Serie A. Oggi la situazione è così cambiata che solo il 40% dei giocatori è italiano (240 contro 355 stranieri). In questo contesto solo la Premier League ci sta dietro con appena il 38,4% di calciatori inglesi. Meglio Bundesliga (42,5%), Ligue 1 (52%) e Liga (60,5%). In quindici anni è cambiato il mondo. Nel 2006 Lippi, giusto per fare un esempio a noi vicino, poteva contare su oltre il 60% di potenziali convocati. Figuratevi quindi quanto è complicato il lavoro dei ct, in particolare di Mancini e del britannico Southgate. Se un tempo la Juventus si travestiva d’azzurro, oggi è il Sassuolo a interpretare il ruolo preponderante grazie alle prestazioni strepitose di Berardi e Locatelli, per non parlare dell’ex Acerbi, del vecchio Caputo e del giovane Raspadori. Sotto la guida di De Zerbi, approdato allo Shakhtar, Berardi è cresciuto vertiginosamente dopo due stagioni appannate e Locatelli è diventato un interno alla Tardelli, capace di far tutto e bene. Il suo secondo gol alla Svizzera avvalora il paragone per l’esecuzione e l’esultanza: quasi un clone ben riuscito. Per la cronaca il Milan è riuscito nella clamorosa impresa di lasciare andare Cristante, Pessina e appunto Locatelli. Problemi di miopia, se non di cecità.

E proprio Cristante e Pessina potrebbero sfruttare la chance del turn-over nell’ultimo match contro il Galles di Bale e Ramsey. Probabile l’inserimento di Emerson al posto di Spinazzola, straordinario cursore della fascia sinistra. Sicura la conferma di Acerbi al posto dell’infortunato Chiellini. Si ha poi la sensazione che Mancini cambi in parte il tridente inserendo Belotti e Chiesa in luogo di Immobile e Berardi. Si tornerà al 4-3-3 ripudiato dal ct nell’ultima mezz’ora per blindare la difesa. Solo una variante. A proposito di varianti, mi riferisco a quella Delta del Covid-19 che sta preoccupando l’Inghilterra, l’Uefa sta approntando un piano alternativo per programmare in altri paesi le partite previste allo stadio Wembley di Londra. In pole-position per la fase conclusiva c’è l’Olimpico di Roma con la sua perfetta organizzazione.

L’Italia, superando gli elvetici, s’è assicurata matematicamente il passaggio agli ottavi mentre dovrà fare risultato con il Galles per chiudere il girone al primo posto e affrontare negli ottavi la seconda del girone C, composto da Olanda, Austria, Ucraina e Macedonia. Nei quarti dovrebbe toccarci il Belgio che ieri pomeriggio ha ribaltato nella ripresa il risultato con la Danimarca di Eriksen. Per quanto visto finora un avversario infido, primo nel ranking, ma abbordabile. Di superiore la Francia, questo sì.

È stato ieri il giorno di Eriksen che ha seguito Danimarca-Belgio dall’Ospedale, dove gli sarà impiantato un defibrillatore sottocutaneo per ovviare ad eventuali nuovi casi di aritmia cardiaca. Miocardite, la diagnosi probabile. L’uomo s’è salvato perché l’accidente gli è capitato in campo, dove ha ricevuto con urgenza il miglior trattamento possibile. Il calciatore è a rischio. In Italia non può giocare con il defibrillatore. Ma chissenefrega di fronte al valore della vita. Infinite le testimonianze d’affetto: il gioco fermo al 10’, l’abbraccio di Lukaku ai danesi, gli striscioni tutti per lui. Nel frattempo la Fiorentina ha chiuso il rapporto con Gattuso per l’invadenza del suo agente Mendes: così stessero le cose, il club viola avrebbe dato seguito alla scelta del Milan che non ha voluto cedere alle richieste di Raiola, il procuratore di Donnarumma. Se la Fifa non dovesse intervenire, il calcio sarà sempre più proprietà di questi signori. Signori in ogni senso.