SYDNEY - La notizia è stata comunicata in un’e-mail interna dal segretario del dipartimento, Josh Murray.

I licenziamenti riguarderanno ruoli dirigenziali e amministrativi, e si aggiungono ai 200 posti già eliminati nell’ambito di un piano più ampio che prevede la soppressione di 300 posizioni dirigenziali entro il 2027. L’operazione, secondo Murray, è finalizzata a creare un modello operativo “sostenibile e funzionale” per il lungo termine, senza avere un impatto negativo sui servizi di prima linea.

“Queste decisioni non sono mai facili e riguardano persone che hanno contribuito con impegno al nostro lavoro - ha dichiarato Murray -. Tuttavia, sono necessarie per ridurre le duplicazioni, chiarire le linee gerarchiche e garantire un’organizzazione più efficiente”.

Il segretario ha assicurato che si cercherà di minimizzare l’impatto nelle comunità regionali e ha avviato consultazioni con il personale e i sindacati per gestire al meglio il cambiamento.

Tuttavia, il segretario del sindacato dei trasporti RTBU, Toby Warnes, ha contestato l’affermazione secondo la quale i servizi non subiranno ripercussioni: “Non si possono eliminare 1000 posti senza colpire i servizi essenziali. Dietro ogni taglio ci sono persone, famiglie e vite intere”.

Anche l’opposizione statale ha criticato l’operazione. La portavoce Natalie Ward ha definito i licenziamenti “brutali” e motivati dalla necessità di finanziare accordi salariali sindacali.

Al momento, Transport for NSW impiega circa 15mila dipendenti.