Quincy Jones, titano dell’industria musicale, collaboratore di Michael Jackson e Frank Sinatra, è morto a 91 anni. Era un jazzista e compositore le cui abilità di arrangiatore hanno coinvolto innumerevoli star del XX secolo. Dal jazz all’hip-hop, Jones ha tenuto il polso del pop nel corso di una carriera lunga più di 70 anni.

Socievole e schietto, con un sorriso malizioso, la sua stessa vita è stata una travolgente cavalcata nella storia della musica contemporanea: amico già durante l’adolescenza di Ray Charles, direttore musicale di Dizzy Gillespie, arrangiatore di Ella Fitzgerald e guida dietro l’ultima grande esibizione di Miles Davis che è diventata l’album dal vivo “Miles & Quincy Live at Montreux”. Ha prodotto tutti: da Aretha Franklin a Celine Dion, e ha innescato un terremoto culturale lanciando la carriera da solista di un giovane Michael Jackson, un matrimonio musicale che ha prodotto “Thriller” e cambiato il pop per sempre.

Quincy Delight Jones Jr. era nato il 14 marzo 1933 a Chicago, da una madre che soffriva di schizofrenia e finì in manicomio quando lui era un ragazzino. Lui e suo fratello Lloyd vivevano con la nonna, un’ex schiava, a Louisville, Kentucky, un periodo così duro da costringere la famiglia a mangiare topi fritti. Da preadolescente, tornò a Chicago per vivere con il padre, che lavorava come falegname per la mafia. Poi i fratelli Jones si trasferirono a Seattle, dove in un centro ricreativo Quincy scoprì il proprio talento per il pianoforte e la storia ebbe inizio. Iniziò a suonare in locali, scrivendo la sua prima composizione, sviluppando abilità nell’arrangiamento musicale e iniziando a suonare la tromba. Incontrò un Ray Charles adolescente dopo un’esibizione del futuro pioniere del blues e del bebop, e il duo divenne un pilastro della scena musicale locale. Jones studiò brevemente al Berklee College of Music nel Massachusetts prima di unirsi a Lionel Hampton in tournee, per poi trasferirsi a New York, dove attirò l’attenzione come arrangiatore di come Duke Ellington, Dinah Washington, Count Basie e, naturalmente, Charles. Gli anni ‘50 lo videro tornare in tournée, in particolare in Europa. Suonò la seconda tromba in “Heartbreak Hotel” di Elvis Presley, collaborando con Gillespie per diversi anni prima di trasferirsi a Parigi nel 1957, dove studiò con la leggendaria compositrice Nadia Boulanger.

Attraversò l’Europa con numerose orchestre jazz, ma iniziò a rendersi conto che un nome e un talento non sempre si traducevano in denaro. Ritrovandosi profondamente indebitato, si unì al lato commerciale della musica, ottenendo un lavoro alla Mercury Records dove alla fine arrivò a ricoprire il ruolo di vicepresidente. Per Hollywood compose colonne sonore per film e programmi televisivi. Iniziò a lavorare con Frank Sinatra, per il quale arrangià la versione più famosa di “Fly Me To The Moon”, e nacque un rapporto musicale e personale che sarebbe continuato fino alla morte del cantante.

Mentre produceva la colonna sonora per il musical “The Wiz” con Diana Ross e Michael Jackson, Jones avviò la collaborazione che avrebbe dato vita a “Thriller”, l’album più venduto di sempre. Un fenomeno che sorprese persino lui, tanto da definirlo “inspiegabile”.

Nonostante avesse lavorato con le star più popolari del mondo dello spettacolo, Jones non si accontentò dei suoi innumerevoli successi. Fondò un’etichetta, una rivista hip-hop e produsse il programma televisivo di successo degli anni ‘90 “Il principe di Bel-Air”, scoprendo Will Smith. Ha portato Oprah Winfrey alle masse, trasformandola da conduttrice di talk show di Chicago a interprete da Oscar per “Il colore viola” diretto da Steven Spielberg, al quale l’aveva presentata. Ha sostenuto Martin Luther King Jr e una serie di cause umanitarie, in particolare in Africa. Per raccogliere fondi per la carestia in Etiopia nel 1985, radunò decine di popstar per un’operazione ormai leggendaria: “We Are the World”.

Ebbe tre mogli: le attrici Jeri Caldwell e Peggy Lipton e Ulla Andersson, attrice ed ex modella svedese e ha avuto sette figli, tutte femmine tranne una, con cinque donne diverse. Soffrì di diversi problemi di salute, tra cui un aneurisma cerebrale quasi fatale nel 1974, che lo costrinse a smettere di suonare la tromba. Ebbe un “crollo nervoso” da superlavoro nel 1986 e nel 2015 entrò in coma diabetico ed ebbe un enorme coagulo di sangue, che lo spinse a rinunciare all’alcol. Tra le figure più decorate dell’intrattenimento, Jones ha praticamente ricevuto tutti i principali premi alla carriera, tra cui 28 Grammy Awards, un Emmy, un Tony e un Oscar onorario.