PALERMO - Si fa strada l'ipotesi del “revenge porn” tra i moventi del suicidio di una studentessa di quindici anni residente nella provincia di Enna. 

La giovane è stata trovata soffocata con una corda di altalena al collo nella casa di campagna di famiglia dalla madre, di origini cubane, che ha subito avvisato la polizia.  

La Procura ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per istigazione al suicidio, un atto necessario per procedere al sequestro del cellulare e dei supporti informatici della ragazza sui quali si proverà a scavare tra chat e piattaforme social per comprendere se la quindicenne sia rimasta vittima di una storia dai contorni ancora oscuri. 

La studentessa, che frequentava il liceo scientifico ed era fidanzata con un coetaneo di un altro paese, aveva chiesto di uscire prima da scuola perché avrebbe accusato un malore.  

Dalle prime testimonianze raccolte a scuola dagli inquirenti, è emerso che la ragazza, durante la ricreazione, avrebbe avuto un violento alterco con una compagna. Una lite tra adolescenti dove ad un certo punto qualcuno avrebbe parlato di alcuni video che circolavano in chat. Dopo qualche spintone e alcune parole di troppo le due ragazze sarebbero rientrate in classe, mentre la giovane avrebbe chiesto agli insegnanti di chiamare casa perché non si sentiva bene. 

Così i genitori erano andati a prenderla per accompagnarla a casa, poco fuori il paese. La madre si era poi allontanata per andare a fare degli acquisti, prima di rientrare a casa e fare la macabra scoperta.