Le persone positive, a prescindere dal fatto che accusino sintomi o meno, potranno così uscire tranquillamente dalla propria abitazione senza neppur dovere indossare la mascherina. E tanto per non farsi mancare niente, i positivi potranno pure recarsi al lavoro. Certo, qualche minima limitazione persiste, ma più che altro sono suggerimenti, legati al buon senso e alla responsabilità personale visto che non esiste già e non esisterà più alcun tipo di controllo, come quello di non doversi recare, se positivi, negli ospedali, strutture infermieristiche e per anziani. è evidente, a parere della classe politica, “esperti” di malattie infettive appunto, che ormai siamo entrati nella fase di convivenza con un virus respiratorio come tanti altri: contagioso e che può essere anche pericoloso, ma che non manderà più in fibrillazione il settore sanitario.
E mentre, senza che nessuno ne parli o se ne preoccupi, zitti zitti continuano contagi, morti e ricoveri, con le scorte di vaccini lasciate tristemente scadere nei magazzini, con la percentuale di coloro che si sottopongono all’inoculazione dei vari richiami in crollo verticale, da Canberra ammoniscono che quello deciso all’ultimo consiglio intergovernativo “non è un liberi tutti” (sì, ciao...), continuando a raccomandare l’uso della mascherina ai vunerabili, agli anziani e a tutti dove non sia possibile mantenere quel distanziamento interpersonale (di almeno due metri, ricordate?) da tempo finito nel dimenticatoio.
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Come sembrano lontani, adesso, i tempi della vere e proprie cacce all’uomo scatenate dalle autorità nei confronti di coloro, potenziali contagiati, che si macchiavano dell’efferato crimine di fuggire dagli alberghi adibiti a centri per la quarantena o di sconfinare illegalmente scatenando il panico nelle località visitate, quando l’apocalittica fine del mondo per mezzo del virus originato dalla Cina pareva essere proprio dietro l’angolo. Ora, quasi quasi, si rischia l’arresto a non uscire di casa!
Che dire, poi, della mastodontica struttura per la quarantena di Melbourne, creata all’uopo e costata la bellezza di mezzo miliardo di dollari, destinata a chiudere i battenti la settimana prossima a soli otto mesi dalla sua apertura? Dopo aver fatto il suo ospitando oltre 2.000 persone, dicono le autorità, per il momento non serve più, ma può sempre tornare utile in caso di nuove pandemie, calamità naturali o chissà che succedersi di eventi disastrosi. Poco importa se le 2.000 persone ospitate, come detto, in otto mesi, rappresentino un numero inferiore rispetto ai casi di positività al COVID-19 che si registrano tuttora quotidianamente nella sola capitale del Victoria. Delle due l’una: o ci hanno preso in giro allora o ci stanno prendendo in giro adesso.
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Evidentemente eseguire passi e movimenti secondo ritmi musicali rientra nelle debolezze associate all’incarico di primo ministro. Dopo quello finlandese, travolta da una pioggia di critiche per il suo comportamento, per i più non adatto a un capo di governo, anche il nostro buon Albanese, sicuramente più goffo e sgraziato, si è fatto sorprendere dalle telecamere mentre canta e balla a un concerto di uno dei suoi gruppi preferiti. Balla che ti passa!
gianluca.buttarello@lafiamma.com.au