I vertici del centrodestra hanno spiegato la decisione di astenersi con una nota diramata prima della votazione:

“Per consentire ai grandi elettori di tutti i gruppi di superare veti e contrapposizioni e convergere per dare all’Italia un nuovo Presidente della Repubblica, la Coalizione ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno. Il centrodestra è pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione”.

Venerdì la quinta votazione è prevista a partire dalle ore 11:00. Rimane possibile un accordo tra i diversi gruppi volto ad anticipare la prima chiamata rendendo possibile una doppia votazione nel corso della medesima giornata.

Uno scenario questo condiviso sul versante del Pd, e degli alleati M5s e Leu, dichiaratisi d’accordo con la richiesta di procedere da domani con due votazioni al giorno.

Con il quorum sceso a 505 grandi Elettori, entrambi gli schieramenti si troveranno nella posizione di proporre un nome unico per il Colle, dove la maggioranza potrà essere raggiunta solo grazie ad un appoggio “esterno” da parte di Italia Viva o dagli elettori del gruppo Misto, entrambi attori che potrebbero far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra.

I seguenti sono i numeri disponibili:

Centrodestra più alleati: 454 voti

Centrosinistra più alleati: 436 voti

Italia Viva: 45 voti

Gruppo Misto: 47 voti

Cosidetti “Cani sciolti”: 27 voti

A scanso di colpi di scena, peraltro tutt'altro che esclusi, la trattativa prosegue su questi tre nomi: Belloni, Casini, Draghi.

Elisabetta Belloni, capo dei servizi segreti. Nome che non dispiace al M5s, ma non quello preferito dal Pd.

Pierferdinando Casini, politico di Centro ed ex presidente della Camera, sul quale pesa il no di Salvini che non ha dimenticato la sua elezione nel 2018 nelle fila del Pd.

Mario Draghi continua ad essere presente, anche se Lega, FI e M5s vogliono che rimanga a Palazzo Chigi.