PARIGI - Le nonne hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella trasmissione delle tradizioni e della cultura familiare. Spesso però, il loro sapere viene trascurato o dato per scontato. È da questa idea che nasce l’Atelier delle Nonne (Atelier des Mamies) un progetto che mette al centro il racconto, la cucina e la condivisione di esperienze autentiche. Fondato da Chiara Nicolanti, in questo spazio il cibo funge da filo conduttore per trasmettere storie, esperienze e conoscenza tra generazioni.  

Tutto è iniziato otto anni fa, per puro caso, in un piccolo paese vicino Roma, Palombara Sabina. Dopo essere rimasta incinta, Chiara ha sentito il bisogno di tornare nella casa della nonna Nerina, un rifugio sicuro in un momento di vulnerabilità. 

“Era un periodo difficile, avevo bisogno di ritrovare un equilibrio. Mia nonna ha iniziato a prendersi cura di me come faceva quando ero bambina, e un giorno ha portato un tavolo in camera e ha iniziato a fare la pasta davanti a me. In quel momento ho capito che mi stavo perdendo qualcosa di essenziale”, ha raccontato l’imprenditrice a Il Globo. 

Chiara ha immortalato quel momento con una foto delle mani della nonna immerse nell’impasto e l’ha condivisa sui Social con la didascalia: Who wants to cook with grandma today?. Senza volerlo, ha acceso un’onda di emozioni collettive. Centinaia di persone hanno iniziato a rispondere, raccontando le proprie storie di famiglia e il legame con le proprie radici. 

Ben presto, l’esperienza è diventata un fenomeno globale, una delle attività più prenotate su Airbnb. Il progetto consisteva in incontri di cucina in cui la nonna di Chiara insegnava a preparare ricette tradizionali, raccontando storie di vita. Dall’altra parte, gli ospiti che partecipavano a questi momenti conviviali, non solo scoprivano la gastronomia locale, ma anche il valore della memoria e della condivisione intergenerazionale. Turisti da ogni parte del mondo volevano sedersi a quel tavolo, imparare a impastare e ascoltare le storie di una generazione spesso dimenticata. 

“Molti partecipanti si emozionavano profondamente, perché quel gesto semplice riaccendeva ricordi d’infanzia, legami familiari che pensavano di aver perso. Per mia nonna all’inizio era incomprensibile: ‘Ma tutti sanno fare la pasta!’, diceva. Poi ha visto negli occhi degli ospiti l’emozione e ha capito che quello che stava facendo era speciale”. 

Il progetto è cresciuto, coinvolgendo sempre più donne del paese. Nasce così un modello di turismo esperienziale basato sulla comunità, dove il cibo diventa un ponte tra le generazioni. “Abbiamo messo un piccolo paese sulle mappe del turismo internazionale, facendo conoscere la nostra cultura attraverso le mani di chi l’ha vissuta”. 

Si impasta con nonna Nerina.

Due anni fa, il progetto di Chiara Nicolanti ha ricevuto un importante riconoscimento internazionale, rientrando tra le otto startup più innovative al mondo. Questo ha portato l’imprenditrice a una riflessione: e se questo modello potesse raccontare non solo l’Italia, ma anche altre culture? 

Così è nato l’Atelier delle Nonne a Parigi, uno spazio dove nonne francesi raccontano la loro tradizione attraverso la pasticceria e, più recentemente, dove donne di altre comunità condividono le loro storie culinarie. “Parigi è una città multiculturale, un crocevia di storie e identità. Ho pensato che sarebbe stato straordinario rendere questo progetto ancora più inclusivo”. 

Oggi, l’Atelier ospita nonne italiane e francesi, e sta aprendo le porte ad altre tradizioni, a partire da quella algerina. Ogni giorno si tiene una lezione di cucina, e il venerdì sera si organizzano serate tematiche dedicate a ricette regionali o personali. Ma cosa rende così speciale questa esperienza? Chiara ha cercato a lungo di rispondere a questa domanda. 

“All’inizio non sapevo spiegare il successo del progetto. Poi ho iniziato ad ascoltare le persone e ho capito che il cuore di tutto è lo scambio umano. Cucinare con una nonna non è solo un’esperienza culinaria, è un momento di condivisione, di racconto, di appartenenza”. 

Rispetto al turismo più tradizionale, infatti, l’Atelier delle Nonne offre qualcosa di diverso: un’esperienza autentica, in cui chiunque può sentirsi a casa. “Non importa da dove vieni o quale sia il tuo orientamento politico. L’unica cosa che interessa alle nonne è che tu mangi e ascolti. Questo fa sentire accolti, e questa accoglienza ha un valore profondo”. 

Si cucina, si ascolta e si apprende.

Per molte delle nonne coinvolte nel progetto, invece, questo lavoro rappresenta una nuova opportunità di raccontarsi e di sentirsi ancora utili. “Una delle frasi che ho sentito più spesso da loro è: ‘Prima mi sentivo inutile, ora sento di avere ancora qualcosa da dare.’ Purtroppo, la nostra società tende a lasciare indietro le persone anziane, e questo progetto dà loro un nuovo ruolo, un modo per essere ascoltate e per trasmettere il loro sapere”, racconta l’imprenditrice romana. 

Il progetto di Chiara Nicolanti continua a crescere, con il sogno di coinvolgere sempre più donne e di trasformare l’Atelier in un vero e proprio punto di incontro interculturale. “Vorrei che questo fosse un luogo di apertura, dove qualsiasi cultura presente a Parigi possa raccontarsi attraverso il cibo. Perché, in fondo, il cibo è un linguaggio universale che ci unisce tutti”. 

Incontro con le nonne dell'Atelier di Parigi.

Quando le chiediamo di descrivere l’Atelier con una sola parola, Chiara non ha dubbi: “Casa.” L’Atelier delle Nonne, infatti, è un luogo di memoria, di scambio e di affetto. Un posto dove, per qualche ora, tutti possono sentirsi parte di una storia più grande.