BARI – Michele Lavopa, di 20 anni, fermato per l'omicidio della diciannovenne Antonella Lopez avvenuto nella discoteca Bahia Beach di Molfetta, ha confessato. L'ammissione è stata fatta dal giovane durante l'interrogatorio davanti al pubblico ministero Federico Perrone Capano e del difensore di fiducia, l'avvocato Nicola Martino. 

Oltre che di omicidio, Lavopa deve rispondere del tentato omicidio nei confronti di altre quattro persone ferite in modo non grave tra le quali il fidanzato della vittima, Eugenio Palermiti, nipote dell'omonimo boss detenuto in carcere. Oltre che di detenzione illegale di arma da fuoco in un luogo pubblico. 

Agli inquirenti che lo hanno interrogato, Lavopa ha spiegato che si era recato in quel locale sulla costa, unitamente alla propria fidanzata e ad un gruppo di amici, nella tarda serata di sabato per trascorrere la nottata senza alcuna intenzione aggressiva e di aver portato al seguito una pistola calibro 7,65 per difendersi da eventuali aggressioni, come spesso avvenuto nei locali notturni baresi. 

Il ventunenne ha riferito agli inquirenti che, insieme ai suoi amici, aveva avuto liti precedenti o comunque tensioni con il gruppo rivale capeggiato da Eugenio Palermiti, appartenente alla famiglia del clan Palermiti, da anni attivo soprattutto nel quartiere Japigia e noto a Bari per essere protagonista delle cronache della criminalità organizzata. 

Il giovane ha raccontato di aver notato la presenza nel locale notturno del gruppo, e per questo, avendo già avuto precedenti tensioni, lui e i suoi amici avrebbero deciso di spostarsi in un'altra area del locale. Ma, durante questo spostamento, avrebbero subito offese e minacce dalla comitiva di Palermiti, e quest'ultimo, secondo Lavopa, avrebbe tentato di estrarre un'arma, e lui avrebbe reagito sparando con la sua pistola. Antonella, nipote di Ivan Lopez ucciso in un agguato nel 2021, si è trovata nella traiettoria dei proiettili ed è stata colpita mortalmente alla spalla. 

Quindi, con l’auto di un suo amico, si sarebbe recato nelle campagne di Bitonto dove avrebbero nascosto l’arma del delitto che però, nonostante le ricerche, non è stata ancora trovata. Quindi, facendo rientro nel quartiere, si sarebbe disfatto degli indumenti indossati in discoteca. 

I colpi, oltre ad uccidere la giovanissima ragazza e ferire Palermiti, hanno raggiunto altri tre uomini originari di Bari, tutti medicati e ricoverati all’ospedale di Bari, non in pericolo di vita. 

Il fermo di indiziato di delitto da parte della polizia giudiziaria, i carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Bari, nei confronti di Lavopa è dovuta sia alle rivelazioni autoaccusatorie del ventunenne, sia al pericolo che lo stesso possa compiere una nuova azione di fuoco nei confronti dei nemici giurati del gruppo capeggiato da Eugenio Palermiti. 

Solo per circostanze fortuite non c'è stato un numero maggiore di vittime, visto che la discoteca, nonostante l'ora, era affollata. Inoltre, l'acredine tra i due gruppi nonostante il dramma non si è acquietato.