TEL AVIV - Un attacco aereo israeliano ha colpito un accampamento in un campo profughi palestinesi nel sud di Gaza, causando decine di vittime tra morti e feriti, secondo il servizio di emergenza civile di Gaza. L’esercito israeliano ha dichiarato che l’obiettivo era un centro di comando di Hamas.

Il campo, situato nella zona di Al-Mawasi vicino Khan Younis, una zona designata come area umanitaria, era affollato di palestinesi sfollati da altre zone del territorio di Gaza. Secondo i residenti e i medici, almeno quattro missili avrebbero colpito il campo, causando incendi in una ventina di tende e crateri profondi fino a nove metri.

Non sono stati forniti dettagli precisi sul numero di morti e feriti, ma tra le vittime ci sarebbero donne e bambini. L’esercito israeliano ha affermato di aver colpito “importanti terroristi di Hamas” che operavano all’interno di un centro di comando nascosto nell’area umanitaria. Hamas ha negato tali accuse, affermando che nessuno dei suoi membri si trovava nel campo e definendo l’attacco un crimine ingiustificabile.

Il conflitto tra Israele e Hamas, scatenato il 7 ottobre con un attacco dei terroristi di Hamas che ha provocato la morte di 1.200 persone e il rapimento di circa 250 ostaggi, continua purtroppo a mietere vittime e sono ancora un centinaio gli ostaggi nelle mani dei terroristi. La successiva risposta militare israeliana ha causato oltre 40.900 morti tra i palestinesi, secondo i dati forniti dal ministero della salute di Gaza.

Entrambe le parti si accusano reciprocamente per il mancato raggiungimento di un cessate il fuoco, che porrebbe fine ai combattimenti e consentirebbe il rilascio degli ostaggi. Mentre il conflitto infuria, la comunità internazionale si prepara a discutere una possibile soluzione diplomatica.

La prossima settimana, infatti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite potrebbe votare una bozza di risoluzione presentata dall’Autorità Palestinese, che chiede a Israele di porre fine “alla sua presenza illegale nei Territori Palestinesi Occupati” entro sei mesi. La risoluzione accoglie un parere consultivo emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia a luglio, che ha dichiarato illegale l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e degli insediamenti, invitando Israele a ritirarsi.

Mentre la Corte aveva suggerito che tale ritiro dovesse avvenire “il più rapidamente possibile”, la bozza di risoluzione dell’ONU propone un termine di sei mesi. La votazione è stata richiesta dal Gruppo Arabo, dall’Organizzazione della Cooperazione Islamica e dal Movimento dei Paesi Non Allineati per il 18 settembre, pochi giorni prima dell’arrivo dei leader mondiali a New York per il loro incontro annuale all’ONU.

La formulazione definitiva della risoluzione potrebbe subire modifiche prima di essere messa ai voti, ma resta un passaggio cruciale nelle discussioni internazionali sul conflitto israelo-palestinese e sulla legittimità dell’occupazione dei territori contesi.