TEL AVIV - Diverse esplosioni sono state registrate a Doha, nel quartiere di Katara. Lo riporta l’emittente Sky News Arabia diffondendo immagini di colonne di fumo che si alzano dalla capitale del Qatar. Mentre testimoni parlano di almeno otto esplosioni, Israele conferma di aver condotto un raid contro “gli alti leader” di Hamas presenti a Doha.  

“Le forze di difesa israeliane e l’agenzia di sicurezza Isa hanno condotto un raid di precisione contro la leadership di Hamas – si legge nella nota delle Forze di difesa israeliane (Idf) –. Per anni, hanno guidato le operazioni dell’organizzazione terroristica, sono direttamente responsabili del massacro brutale del 7 ottobre e hanno orchestrato e condotto la guerra contro lo Stato di Israele”.

Le Idf e lo Shin Bet (il servizio segreto interno) “continueranno ad agire con determinazione per sconfiggere Hamas, responsabile del massacro del 7 ottobre”, continua la nota che parla di raid, condotto con l’Aeronautica, contro “la top leadership del movimento terroristico”. Prima dell’attacco, assicura l’Idf, “sono state prese misure per minimizzare i danni alle persone non coinvolte, anche con l’uso di armi precisione e di informazioni di intelligence aggiuntive”. 

Obiettivi del raid, secondo i media arabi, il capo negoziatore di Hamas nonché leader dell’ufficio politico a Gaza, Khalil al-Hayya, e il leader di Hamas in Cisgiordania nonché membro dell’ufficio politico, Zaher al-Jabarin. Al Arabiya sostiene che anche Khaled Meshaal fosse presente alla riunione. 

L’esercito israeliano ha dichiarato che agirà con “maggiore forza” a Gaza City. In una dichiarazione pubblicata su X, il colonnello dell’Idf Avichay Adraee ha scritto, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha intimato ai esidenti del più grande centro urbano della Striscia di andarsene: “A tutti i residenti di Gaza City, le forze di difesa sono determinate a sconfiggere Hamas e agiranno con maggiore forza nell’area. Evacuare immediatamente attraverso l’asse Al-Rashid”. 

Ieri il premier Netanyahu aveva dichiarato che sono state abbattute “50 torri terroristiche in due giorni, e questo è solo l’inizio della potente operazione di terra per prendere il controllo di Gaza City. Agli abitanti dico: siete stati avvertiti, andatevene subito”. 

Negli ultimi tre giorni, cinque grattacieli sono stati distrutti dall’esercito israeliano a Gaza City. Lo rende noto la Protezione civile della Striscia controllata da Hamas, secondo cui, gli edifici, la maggior parte dei quali di 10-15 piani, ospitavano circa 4.100 persone in 209 appartamenti. Gli attacchi dell’Idf hanno distrutto inoltre 350 tende vicine ai grattacieli, che ospitavano circa 3.500 persone, aggiunge la Protezione civile. 

Il numero di edifici colpiti - scrive il Times of Israel - è inferiore a quanto affermato dal primo ministro israeliano e dal ministro della Difesa Israel Katz, secondo cui decine di edifici di questo tipo sarebbero stati colpiti negli ultimi giorni. L’Idf afferma che gli edifici venivano utilizzati da Hamas per condurre operazioni contro le truppe e che i residenti sono stati avvertiti prima degli attacchi. 

“L’uragano ha colpito Gaza ieri con una forza senza precedenti. Sono stati attaccati e distrutti 30 grattacieli e decine di altri obiettivi terroristici, per ostacolare le infrastrutture terroristiche e spianare la strada alle forze di manovra. Se i terroristi di Hamas non deporranno le armi e non libereranno tutti gli ostaggi, saranno distrutti, così come Gaza”, ha scritto su X il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. 

Altri sei palestinesi sono morti nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa della fame. Lo ha riferito il ministero della Salute di Gaza, citato da al-Jazeera, precisando che il totale delle vittime per malnutrizione è ora di 399 persone, tra cui 140 bambini. 

Il mese scorso l’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), organismo sostenuto dalle Nazioni Unite e punto di riferimento internazionale per il monitoraggio delle crisi alimentari, ha denunciato in un rapporto - duramente contestato da Israele - che anche Gaza City è colpita da carestia. 

La Spagna ha intanto vietato l’ingresso nel Paese a due ministri israeliani di estrema destra, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, in risposta a un analogo provvedimento adottato ieri da Israele nei confronti della vicepremier e ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, e della ministra per i Giovani, Sira Rego, entrambe del partito di sinistra Sumar. 

Smotrich e Ben Gvir saranno sanzionati e “non potranno entrare in territorio spagnolo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Jose Manuel Albares, commentando in conferenza stampa la crisi diplomatica con Israele scaturita dall’annuncio di misure da parte di Madrid per fermare “il genocidio a Gaza” e alle quali Tel Aviv ha replicato con accuse di antisemitismo.