RAMALLAH - Funzionari palestinesi hanno riferito che le forze israeliane hanno ucciso due palestinesi, una donna e un uomo, durante un raid in un campo profughi nella Cisgiordania occupata. 

Secondo il ministero della Salute palestinese, si tratta di Khawla Ali Abdullah Abdo, 53 anni, uccisa in un attacco aereo nel campo di Tulkarem, e di Fathi Said Awda Ubaid, 18 anni, colpito a morte al petto e all’addome. 

I corpi di entrambe le vittime sono stati trasferiti all’ospedale Thabet Thabet, dove la Mezzaluna Rossa palestinese ha confermato i decessi, aggiungendo che le sue ambulanze hanno incontrato difficoltà ad accedere alla scena, a causa della violenza ancora in corso. 

L’esercito israeliano conduce frequentemente raid nel territorio palestinese, prendendo di mira individui che identifica come militanti di gruppi armati o legati alla resistenza.  

I suoi portavoce hanno affermato di aver “eliminato un terrorista” in un combattimento ravvicinato, durante un raid iniziato nella notte, ma non è chiaro a quale delle due persone rimaste uccise si riferisse la dichiarazione. 

I residenti del campo hanno riferito che il raid, iniziato nelle prime ore dell’alba, ha coinvolto bulldozer che hanno distrutto e reso impraticabili le strade dell’insediamento. 

La violenza in Cisgiordania si è intensificata da quando è scoppiata la guerra a Gaza, il 7 ottobre dell’anno scorso in seguito all’attacco di Hamas a Israele.  

Dall’inizio dell’invasione di Gaza, almeno 805 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dalle forze israeliane o direttamente dai coloni, secondo il ministero della Salute palestinese.  

Nello stesso periodo, gli attacchi palestinesi hanno causato la morte di 24 cittadini israeliani nell’area, in base ai dati ufficiali israeliani.  

A marzo di quest’anno, l’Onu aveva denunciato a Ginevra che la creazione e la continua espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania equivalgono al trasferimento da parte di Israele della propria popolazione civile nei territori che occupa, costituendo un crimine di guerra secondo il diritto internazionale.