GAZA - L’emittente araba Al Jazeera riporta che, finora, è di 39 il bilancio di morti, mentre sono decine i feriti per il bombardamento israeliano di ieri su un internet cafè sulla costa nord della città di Gaza. Tra le vittime figurerebbe anche il fotogiornalista palestinese Ismail Abu Hatab.
In merito a tali notizie le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato ieri sera di aver preso di mira in mattinata diversi agenti di Hamas nel nord di Gaza: secondo l’esercito dello Stato ebraico, infatti, erano state prese ampie precauzioni prima dell’attacco per ridurre i danni ai civili. L’accaduto è attualmente oggetto di indagine da parte delle Idf, viene specificato.
L’ennesima strage è avvenuta in un popolare internet café sul lungomare, frequentato anche da giornalisti nella parte occidentale della Striscia. Un raid che ha fatto seguito a un nuovo ordine di evacuazione dell’Idf per la fascia costiera settentrionale, dove si trova Gaza City.
“Stavo andando al café per usare internet, a pochi metri di distanza, quando c’è stata una violenta esplosione. Sono corso sul posto. C’erano i miei colleghi, persone che incontro ogni giorno. La scena era orribile: corpi, sangue, urla ovunque”, ha raccontato alla Bbc Aziz Al-Afifi, un cameraman di una casa di produzione locale.
Sui social sono state diffuse le immagini che sembrano mostrare il momento in cui un missile, apparentemente lanciato da un caccia israeliano, ha colpito la zona della caffetteria Al-Baqa, che era diventata uno spazio ben noto per giornalisti, attivisti e lavoratori da remoto, offrendo accesso al web, posti a sedere e spazio di lavoro di fronte al mare.
Intanto, oltre 130 enti di beneficenza e altre Ong chiedono la chiusura della controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti, secondo quanto riporta la Bbc. Più di 500 palestinesi, infatti, sono stati uccisi mentre cercavano aiuto, da quando la Ghf ha iniziato a operare a fine maggio, in seguito al blocco israeliano di tre mesi su Gaza, hanno dichiarato le organizzazioni. Quasi 4.000 sono rimasti feriti.
Le organizzazioni, tra cui Oxfam, Save the Children e Amnesty, affermano che le forze armate e i gruppi armati israeliani aprono “di routine” il fuoco sui palestinesi che chiedono aiuti. Israele nega che i suoi soldati sparino deliberatamente contro i beneficiari degli aiuti e ha difeso il sistema Ghf, affermando che fornisce assistenza diretta alle persone che ne hanno bisogno, aggirando l’interferenza di Hamas.