L’attività economica è cresciuta del solo 0,4% nel secondo trimestre, la stessa percentuale che era stata registrata alla fine di marzo.

Il ritmo annuo di crescita dell’economia è sceso dal 2,7% registrato alla fine del 2022, ad appena il 2,1% alla fine di giugno di quest’anno, confermando un marcato rallentamento nei primi sei mesi del 2023.

Tenendo conto del rapido ritmo di crescita della popolazione, che si sta verificando in Australia quest’anno con l’incremento dell’immigrazione, i dati mostrano che la quantità di produzione economica pro capite è diminuita per sei mesi consecutivi.

Misurati come PIL pro capite, i dati mostrano un calo dello 0,3% nel trimestre chiusosi a giugno, dopo un calo simile osservato a marzo.

“L’economia si è contratta per due trimestri consecutivi su base pro capite – dando luogo alla cosiddetta recessione pro capite – ma una recessione tecnica rimane improbabile”, ha affermato Callam Pickering, ex economista della Reserve Bank.

Le famiglie stanno utilizzando tutte le risorse finanziarie a loro disposizione per far fronte all’aumento dei tassi di interesse e all’inflazione.

I dati ABS mostrano che il tasso di risparmio dei nuclei familiari è sceso per il settimo trimestre consecutivo arrivando al 3,2%, in calo rispetto al 3,6% del trimestre precedente.

È il livello più basso dal giugno 2008, nel periodo della crisi finanziaria globale.

I tecnici dell’ufficio statistiche sostengono che la contrazione del tasso di risparmio delle famiglie sta venendo determinato dagli incrementati pagamenti degli interessi sui mutui per la casa, dalle maggiorate imposte sul reddito e da una maggiore spesa da parte delle famiglie per far fronte al carovita.

“L’attività economica è stagnante e la crescita è in gran parte in fase di stallo”, sostengono gli analisti.

Gli australiani stanno riducendo ulteriormente le spese non essenziali, ma sono costretti a spendere di più in beni e servizi essenziali a causa dell’aumento del prezzo degli affitti, dei premi assicurativi e di quello delle bollette di luce e gas.

Nel trimestre di giugno, le spese discrezionali sono diminuite dello 0,5%, il terzo calo trimestrale consecutivo, calo registrato soprattutto nei settori ricreativo e culturale (-2,5%) e in quello dell’arredamento e degli elettrodomestici (-2,5%).

Di contro è cresciuto il dato concernente l’acquisto di veicoli (+5,8%).

Il ministro del Tesoro Jim Chalmers ha commentato i dati sostenendo che l’economia è rimasta “stabile e robusta” nonostante le continue pressioni, ma di attendersi d’ora in avanti un rallentamento affiancato da un aumento della disoccupazione.

“La crescita economica ha tenuto bene nonostante l’inevitabile tributo pagato ai tassi d’interesse innalzati per frenare l’inflazione e alla persistente incertezza globale, in particolare per quanto riguarda la Cina”, ha detto oggi Chalmers.

“Gli australiani continuano a ridurre le spese discrezionali per fare spazio ai beni di prima necessità e anche per coprire le rate del mutuo. Ci aspettiamo che l’economia rallenti considerevolmente nel corso del prossimo anno e ci aspettiamo anche che il tasso di disoccupazione aumenti”.