RAVENNA - Non solo agricoltori e rappresentanti delle cooperative, delle associazioni e delle istituzioni ma anche tanti cittadini sono arrivati di buon’ora stamani a Pieve Ponte, Faenza (RA), per chiedere di agire in fretta, a più di un anno dalle due alluvioni che hanno travolto la Romagna, per accelerare l’erogazione dei ristori e la ricostruzione. 

All’insegna di “Vogliamo ripartire”, gli agricoltori spiegano: “Siamo consapevoli che le sfide in essere, nella loro complessità, richiedano condivisione e collaborazione. Siamo anche certi che si debbano allontanare strumentalizzazioni di ogni sorta, per il bene della collettività tutta, per perseguire un obiettivo comune: la salvaguardia, la tenuta e la ripresa delle attività agricole, il rilancio del territorio, a tutela di un valore aggiunto importante che va oltre i confini regionali”, invocano le organizzazioni agricole promotrici. 

Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia Michele De Pascale e sindaci e assessori del territorio. Delle 6.168 aziende agricole presenti nel Ravennate al 31 dicembre 2023, il 28-30% ha subito danni più o meno ingenti. Per quanto concerne l’erogazione degli indennizzi di AgriCat, il fondo istituito da Ismea per risarcire i danni da calamità, il 50% delle richieste è stato respinto. Delle domande accettate solo 2 aziende su 10 stanno, seppur molto lentamente, ricevendo un parziale contributo. 

Le organizzazioni agricole chiedono quindi un piano strategico di messa in sicurezza del territorio a partire dalla collina, con interventi strutturali di mantenimento e consolidamento dei terreni. Ancora, semplificazione burocratica e procedure più snelle per le perizie e le richieste di ristoro dei danni alle aziende agricole in particolare quelle di collina colpite anche da frane e smottamenti. Contributi a integrazione del reddito che siano realmente rispondenti alle esigenze degli imprenditori alluvionati, il saldo delle risorse messe finora a disposizione dal Fondo AgriCat per coprire i danni delle aziende agricole alluvionate. E infine un maggior coinvolgimento delle associazioni agricole nella gestione del Fondo AgriCat, nella determinazione dei parametri di salvaguardia delle aree alluvionate e nelle tempistiche/problematiche di erogazione dei fondi ministeriali.