BEIRUT - Otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano, raggiungendo alcune aree all'aperto e il magazzino ricambi della base, dove non era presente alcun soldato.
Cinque militari italiani sono sotto osservazione nell'infermeria della base, ma le loro condizioni non destano preoccupazioni. Sono in corso gli accertamenti per determinare il punto di partenza dei colpi e individuare i responsabili.
“È intollerabile che le basi dell'Unifil vengano colpite”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un punto stampa al termine del Consiglio Difesa.
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti alla Farnesina dichiara che, dalle prime analisi, i colpi sembrerebbero essere stati sparati dal gruppo Hezbollah.
“Se è stato un errore, imparino a utilizzare meglio le armi. Noi non siamo nemici di nessuno, siamo lì per portare la pace. Tutta la solidarietà ai militari italiani che sono impegnati con Unifil, ci auguriamo che questo sia l'ultimo episodio”, ha dichiarato il ministro.
Negli ultimi mesi, i caschi blu nel sud del Libano e le strutture di Unifil sono stati presi di mira in tre diversi incidenti, con quattro peacekeeper ghanesi feriti in uno di questi episodi in cui “un razzo, lanciato probabilmente da attori non statali”, ha colpito la loro base vicino al villaggio di Ramyah, secondo quanto riferisce la stessa missione Onu.