BUENOS AIRES - In vista dei referendum abrogativi indetti in Italia per l’8 e 9 giugno 2025, i cittadini italiani residenti all’estero e regolarmente iscritti all’Aire potranno votare per corrispondenza. Anche gli italiani residenti in Argentina riceveranno il plico elettorale direttamente all’indirizzo di residenza registrato nel proprio Ufficio consolare.
La spedizione dei plichi avverrà entro il 21 maggio. I voti all’estero vengono infatti raccolti in anticipo rispetto alle giornate ufficiali del referendum.
All’interno del plico, l’elettore troverà cinque schede elettorali (una per ciascun quesito), un certificato elettorale con il relativo tagliando da staccare e conservare, una busta piccola – generalmente bianca – dove inserire le schede votate, una busta più grande già affrancata e indirizzata al Consolato, e un foglio informativo con le istruzioni.
Il referendum prevede cinque quesiti, ognuno su una scheda separata. Di seguito il contenuto:
- Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: proposta di abrogazione.
- Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: proposta di abrogazione parziale.
- Contratti a termine – Durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi: proposta di abrogazione parziale.
- Appalti – Responsabilità solidale per infortuni sul lavoro: proposta di abrogazione.
- Cittadinanza italiana – Dimezzamento da 10 a 5 anni del periodo minimo di residenza per i cittadini extracomunitari: proposta di abrogazione.
Votando SÌ, l’elettore esprime la volontà di abrogare le norme indicate nel quesito (in questo caso si tornerebbe alla situazione giuridica precedente all’introduzione delle norme in questione); votando NO, l’elettore esprime la volontà di mantenere in vigore le norme attuali.
Il procedimento di voto richiede particolare attenzione: le schede vanno compilate esclusivamente con una penna nera o blu, tracciando un segno sul rettangolo della risposta scelta (SÌ o NO).
Se si decide di votare solo su alcuni dei quesiti, le schede non votate possono essere lasciate in bianco e comunque incluse nella busta piccola insieme a quelle votate, e il voto per quelli espressi sarà valido.
Una volta votato, le schede devono essere piegate, inserite nella busta bianca e quest’ultima chiusa. La busta piccola deve essere poi inserita in quella più grande, insieme al solo tagliando del certificato elettorale. È importante non inserire il tagliando nella busta piccola contenente le schede, e non aggiungere il mittente sulla busta esterna (dettagli in questo link).
Per coloro che, entro il 25 maggio, non avranno ancora ricevuto il plico elettorale, sarà possibile richiedere un duplicato contattando l’Ufficio consolare competente.
Ecco gli indirizzi e-mail di riferimento per ogni circoscrizione:
- Buenos Aires: buenosaires.uff-ele@esteri.it
- La Plata: laplata.elettorale@esteri.it
- Rosario: elettorale.rosario@esteri.it
- Cordoba: consgencordoba.elett@esteri.it
- Bahia Blanca: bahiablanca.elezioni@esteri.it
La busta dovrà arrivare al Consolato entro le ore 16:00 del 6 giugno 2025 (ora locale), per posta o consegnata a mano. Eventuali ritardi nella spedizione potrebbero rendere nullo il voto, pertanto si consiglia di provvedere all’invio senza esitazioni.
Gli elettori iscritti all’Aire possono anche optare per votare in Italia, ma devono comunicarlo al Consolato di riferimento entro il 10 aprile 2025. La dichiarazione deve essere firmata e corredata da una copia del documento d’identità. Questa opzione non dà diritto ad alcun rimborso per le spese di viaggio.
Infine, anche i cittadini italiani temporaneamente in Argentina – per motivi di lavoro, studio o salute – potranno votare per corrispondenza. In questo caso, era necessario presentare richiesta al Comune italiano di iscrizione elettorale entro il 7 maggio 2025, specificando l’indirizzo di temporanea dimora in Argentina e il Consolato di riferimento.
Il voto è un diritto fondamentale: anche chi vive all’estero è chiamato a partecipare alle scelte democratiche del Paese. Nel caso del referendum, poi, è necessario il quorum del 50% più uno degli aventi diritto perché la consultazione sia valida.