ROMA - L’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi che riguardano norme in materia di lavoro e cittadinanza. 

La proposta più rilevante per i lavoratori riguarda il contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, con il primo quesito che chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti illegittimi. 

Il secondo si concentra sul tetto all’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, proponendo di rimuovere le limitazioni attuali.

Il terzo quesito riguarda l’utilizzo dei contratti a termine, con l’obiettivo di ridurre il precariato, eliminando alcune norme che permettono una durata prolungata e spesso instabile di questo tipo di prestazione. 

Il quarto quesito riguarda la responsabilità dell’imprenditore committente negli appalti e chiede di abrogare le norme che escludono responsabilità per i danni derivanti da rischi specifici legati alle imprese appaltatrici. 

Infine, il quinto referendum riguarda il tema della cittadinanza, e propone di ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale per i cittadini stranieri che desiderano naturalizzarsi italiani, abrogando la norma attuale, considerata tra le più restrittive in Europa.

Hanno diritto di voto tutti i cittadini italiani iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) e possono votare anche i cittadini italiani temporaneamente - almeno tre mesi - all’estero per motivi di salute, lavoro o studio, a condizione che comunichino il loro status ai consolati di riferimento entro il trentaduesimo giorno prima del voto.

Il cosiddetto “plico” (con le schede elettorali per votare), dovrebbe arrivare non oltre diciotto giorni prima della data della consultazione all’indirizzo di residenza dichiarato nelle liste Aire, e il cittadino deve consegnarlo o inviarlo al consolato non oltre il decimo giorno prima della data del voto in Italia, cioè il 27 maggio.