ROMA - La ricandidatura del presidente della Toscana Eugenio Giani resta in bilico. L’incontro al Nazareno con la segretaria del Pd Elly Schlein non si è chiuso con un via libera alla corsa del governatore per il bis. Fra i “pilastri condivisi” che i vertici regionali e nazionali del partito hanno posto alla base della campagna elettorale ci sono “la collaborazione con il presidente, l’unità del partito - ha spiegato il segretario toscano del Pd, Emiliano Fossi - e la costruzione di una coalizione con tutte le forze alternative alla destra”.
E Schlein ha confermato: “Stiamo lavorando in tutte le sei regioni che vanno al voto per costruire alleanze inclusive e competitive per battere queste destre”. Il nodo è lo schieramento. Perché per adesso Giani non ha l’appoggio dei Cinque stelle. “Non è assolutamente la soluzione migliore”, ha ribadito il deputato del Movimento, Francesco Silvestri.
Giani, che nei giorni scorsi ha ufficializzato la sua disponibilità, resta comunque in gioco. “Macché passo indietro!”, ha risposto uscendo dal Nazareno, marcato dal responsabile organizzazione del Pd, Igor Taruffi, braccio destro della segretaria. Un’ipotesi è che sia stato deciso di prendere tempo per ufficializzare ogni decisione, in modo da portare avanti la trattativa con il M5s nelle migliori condizioni. Dalla parte del governatore c’è anche il fattore agenda: il voto è in programma il 12 ottobre e per trovare un nome alternativo il tempo stringe. I sostenitori di Giani sostengono poi che se si dovesse arrivare alla conta, nell’assemblea del partito toscano il presidente partirebbe ben quotato.
Ma la politica serve proprio per evitare bracci di ferro su paragrafi e clausole. “Un incontro proficuo, segnato da una piena condivisione del quadro politico - ha scritto Giani in una nota -. Affido alla segretaria nazionale e al segretario regionale la guida del percorso politico. Da parte mia, ne rispetterò le decisioni e la conclusione”. Insomma, per ora non stappa lo champagne.
Nel centrodestra, invece, il nodo resta il Veneto, con il governatore uscente Luca Zaia che è tornato a ventilare l’ipotesi di una sua lista: “Ho sempre pudore a parlare delle ‘mie’ liste civiche”, ha spiegato. Che è anche un “chi va là”. Perché “l’eventuale lista Zaia - ha ribadito - è rispettosa nei confronti di tutti coloro che non votano Lega, che non votano centrodestra ma che comunque sarebbero disponibili a sostenere una candidatura”.