WASHINGTON - Il presidente americano Donald Trump ha ribadito in una conversazione con la Bbc britannica la sua delusione verso il collega russo Vladimir Putin per la prosecuzione della guerra in Ucraina, ma ha aggiunto di non essere ancora pronto a una rottura. “Sono deluso, ma non ho chiuso con lui”, ha detto Trump; “ma sono deluso”, ha insistito. Pressato a spiegare come intende mettere fine a quello che lui stesso definisce “il bagno di sangue” della guerra russa ucraina, la risposta di Trump è stata: “Ci stiamo lavorando”. 

Trump è tornato quindi a raccontare del suo ultimo colloquio telefonico con il presidente russo: “Abbiamo avuto una grande conversazione. Gli ho detto: ‘Bene così, penso che siamo pronti ad avvicinarci a chiuderla’ (la guerra). E poi lui ha tirato giù un palazzo a Kiev”. Incalzato a seguire sulla Nato, che in passato egli aveva definito “obsoleta”, il leader della Casa Bianca ha spiegato di aver cambiato idea, rivendicando alle sue pressioni il fatto che l’Alleanza Atlantica stia “diventando l’opposto” che obsoleta: un’organizzazione nella quale “ciascuno paga i suoi conti”. 

Il leader russo però non sarebbe scosso dalle minacce e intende continuare a combattere in Ucraina finché l’Occidente non si impegnerà alle sue condizioni per la pace, e le sue richieste territoriali potrebbero ampliarsi con l’avanzata delle forze russe: lo hanno affermato tre fonti vicine al Cremlino in un’esclusiva sul sito Reuters. Putin ritiene infatti che l’economia e le forze armate russe siano abbastanza forti da resistere a ulteriori misure occidentali, hanno affermato le fonti.  

Trump si è mostrato inoltre compiaciuto del “rispetto” che afferma di essersi visto tributare dagli altri leader nell’ultimo vertice Nato, inclusi quelli di “Germania, Francia e Spagna”. Pur sottolineando come in fondo gli alleati stiano “solo cercando di essere carini” dopo aver riconosciuto che ci vuole “un sacco di talento” per venire rieletti presidenti degli Usa con l’intervallo di un mandato.  

Molto positivo, infine, il suo giudizio sul rapporto con il Regno Unito del governo laburista di Keir Starmer, indicato fra l’altro a modello di un’intesa sul commercio e sui dazi. Trump ha descritto con parole di ottimismo il futuro ruolo di Londra nel mondo e sul consolidamento della Brexit, dopo una gestione inizialmente “pasticciata”. Alla Bbc, il presidente Usa ha commentato “il vostro primo ministro mi piace davvero, anche se è un liberal”.  

Trump, che vedrà sir Keir privatamente a fine mese in Scozia e sarà poi protagonista a settembre di un’inedita seconda visita di Stato nel Regno su invito formale di re Carlo III. Sovrano verso il quale ha ribadito il suo “grande rispetto”, dicendo di non essersi sentito offeso dalle parole pronunciate di recente a Ottawa sulla sovranità canadese. “Non aveva scelta, ma ha parlato molto bene ed è stato rispettoso”, ha sottolineato, ribadendo comunque che ora gli Usa “stanno negoziando con il Canada” in vista di un accordo “molto buono”. 

Il presidente Usa ha valutato l’invio a Kiev di missili Tomahawk, capaci di colpire Mosca e San Pietroburgo, secondo il Washington Post, che cita una fonte propria. I Tomahawk non sono inclusi negli attuali pacchetti di aiuti, ma potrebbero esservi in seguito, se Trump decidesse di aumentare la pressione su Putin. Il Wp riporta inoltre che Washington potrebbe autorizzare l’Ucraina a usare i 18 missili ATACMS a lungo raggio attualmente nel Paese alla loro massima gittata di 300 km, che permetterebbe a Kiev di colpire così basi militari, aeroporti e depositi di rifornimenti nel cuore della Russia. 

“Continuiamo a non vedere passi avanti sul lato russo: la Russia continua a colpire civili con attacchi sempre più brutali, che dimostrano quanto poco Mosca sia impegnata a costruire la pace che tutti perseguiamo, nonostante la volontà di dialogo dell’amministrazione Trump, che Putin ha deciso di non accogliere. Vediamo un cambio di postura da parte degli Stati Uniti e lo salutiamo positivamente”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il cancelliere austriaco Christian Stocker, a Palazzo Chigi.