La televisione oggi è diventata seriale, s’inventa un formato e te lo porti dietro. Io ho sempre preferito inventarmi dei varietà anomali. Programmi destinati a chiudersi come dei film, senza ripetizioni”. A parlare, Lorenzo Giovanni Arbore, per tutti, “Renzo”, che lunedì ha festeggiato 87 anni, ambasciatore della musica italiana nel mondo, che ha segnato la storia della radio, della televisione e dello spettacolo italiano.
Musicista, cantautore, conduttore televisivo e radiofonico, attore, cantante, jazzista, clarinettista, showman, nato a Foggia nel 1937, ma napoletano d’adozione, inizia la sua carriera artistica proprio nella sua città natale, nella Taverna del Gufo dopo essere stato al seguito di un complesso jazz foggiano.
Nel 1972 inizia la sua prima vera esperienza nel mondo musicale con il complesso N.U. Orleans Rubbish Band (dove N.U. è acronimo di “Nettezza Urbana”), band composta, oltre che dallo stesso Arbore al clarino, da Fabrizio Zampa alla batteria, Mauro Chiari al basso, Massimo Catalano al trombone e Franco Bracardi al piano. Inizia poi la sua carriera alla radio con le mitiche trasmissioni “Bandiera gialla”, “Alto gradimento” e “Radio anche noi” al fianco di Gianni Boncompagni, programmi innovativi che raggiungono immediatamente alti indici d’ascolto. Il passaggio dalla radio alla televisione sarà breve. La carriera televisiva di Renzo Arbore comincia alla fine degli anni ‘60. “Speciale per voi”. È il suo primo programma televisivo che firma come autore e conduttore. Un programma che tiene a battesimo nomi come Lucio Battisti, per citarne uno. Il pubblico in sala interviene e critica gli ospiti che vengono a esibirsi. Nasce di fatto il primo talk-show della televisione italiana.
Il 1976 è l’anno de “L’Altra domenica”. Arbore inventa questo show “alternativo” che diventa ben presto un cult della televisione. Il programma è la strampalata combinazione di giochi, macchiette e parodie con cui Renzo lancia, tra gli altri, personaggi come Roberto Benigni, Milly Carlucci, le Sorelle Bandiera, Nino Frassica e Marisa Laurito. Arrivano gli anni Ottanta e Arbore torna sul piccolo schermo come autore e conduttore di “Tagli, ritagli e frattaglie” e “Telepatria International”. Nel 1984, in occasione del sessantesimo anniversario della radio Rai, realizza quello che era probabilmente già da qualche tempo un suo sogno: inventa e conduce “Cari amici, vicini e lontani”, riuscendo a coinvolgere radio e televisione. Il 1985 è l’anno di “Quelli della notte”, programma TV che inaugura la “seconda serata”. La trasmissione è il trionfo dell’improvvisazione al suo stadio più alto, capace di imporre uno stile nuovo, in cui i protagonisti parlano a ruota libera seguendo solo un filone decretato dal tema della puntata. Arbore nel frattempo partecipa a Sanremo nel 1986 con la canzone “Il clarinetto” e ottiene il secondo posto, gira i film “Il Pap’occhio” e “F.F.S.S. Cioè... che mi ha portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”.
Nel 1987 parte la striscia quotidiana di “D.O.C.”, programma musicale con “Denominazione d’Origine Controllata”, che apre al grosso pubblico le porte del jazz, del blues e del rock, e che Arbore colloca un anno dopo nella fascia oraria “notturna” a lui prediletta nella trasmissione dal titolo “International D.O.C. Club”.
Ma questo è l’anno del programma satirico “Indietro Tutta”. Arbore nelle 65 puntate quotidiane, è coadiuvato dal “bravo presentatore” Frassica. Nel 1988 l’intervista (in coppia con lo stesso Frassica) a Enzo Biagi nello storico programma “Il caso”. Nel 1991 fonda “L’Orchestra Italiana” con lo scopo di diffondere nel mondo la canzone napoletana classica. Nel 2006 partecipa al primo episodio della serie “Don Matteo”, a fianco di Terence Hill, e l’anno dopo ritorna in prima serata in “Stiamo lavorando per noi”, programma di cabaret condotto dai veterani Cochi e Renato. All’inizio del 2022 riceve il titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una nomina che viene conferita a personalità che si distinguono per i meriti conquistati in campo letterario, artistico, economico, umanitario, civile, militare e sociale.
Uomo dalla tripla anima, pugliese, napoletana e romana, da oltre 50 anni vive a Roma Nord. Dopo una breve parentesi ai Parioli, si è trasferito a Collina Fleming e successivamente in zona Tomba di Nerone. Ora, da un bel po’ di anni, abita in via Cortina d’Ampezzo, in un appartamento molto elegante e sobrio che nel tempo ha completamente stravolto e trasformato in un autentico bazar dove traboccano oggetti colorati di ogni tipo: i suoi famosi gilet, cappelli, oggetti e borse di plastica, orologi da tavolo, montature per occhiali, dischi, libri… oggetti insoliti, colorati, che creano attorno a lui un mondo magico.
“La mia è stata una televisione artigianale dove ho sempre privilegiato i contenuti più che la confezione. E, quando esaurivo quello che avevo da dire, cambiavo pagina e passavo ad altro. Non ho mai amato la televisione di routine”.