KINSHASA - Manifestanti infuriati per il conflitto nel Nord Est della Repubblica Democratica del Congo hanno attaccato le ambasciate di Ruanda, Francia, Belgio e Stati Uniti nella capitale Kinshasa. Lo riferiscono fonti diplomatiche locali. Fumo è stato osservato fuoriuscire dai locali della rappresentanza francese.
Nel Nord Kivu è in corso da giorni un’offensiva del movimento ribelle M23, i cui uomini hanno ucciso giovedì scorso il governatore della provincia e stanno combattendo con l’esercito regolare per il controllo del capoluogo Goma. A sostenere gli insorti è proprio il Ruanda, con circa 3-4 mila truppe, anch’esse coinvolte nei combattimenti per Goma.
Gli scontri etnici che da trent’anni insanguinano il Nord Kivu riflettono le stesse rivalità all’origine del genocidio del Ruanda del 1994: i paramilitari di M23 sono, infatti, per lo più di etnia Tutsi e il Ruanda ha affermato di essere intervenuto per difendere questa minoranza dalle milizie Hutu, che collaborano con l’esercito regolare nella lotta agli insorti.
Da parte sua, “l’Ue richiama alla protezione dei diplomatici, secondo la Convenzione di Vienna, e condanna qualsiasi attacco alle ambasciate straniere”, ha detto un portavoce della Commissione Europea in merito ai disordini in corso a Kinshasa. Rispetto agli attacchi dei ribelli dell’M23 nella città di Goma, il portavoce della Commissione ha sottolineato: “Condanniamo fermamente la rinnovata offensiva dell’M23 sostenuto dalle Forze armate ruandesi. La continua avanzata dell’M23 è una violazione inaccettabile del cessate il fuoco concordato e aggrava ulteriormente la disastrosa crisi umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo orientale”.
L’ambasciata italiana a Kinshasa non è stata interessata dai disordini, lo riferisce una nota della Farnesina. Il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con l’Ambasciatore d’Italia a Kinshasa, per accertarsi della condizione dei connazionali presenti nella Repubblica Democratica del Congo. “L’Ambasciata d’Italia a Kinshasa è in costante contatto con i connazionali nel Paese – spiega la nota –. A Goma gli italiani sono rimasti in 15, in buona parte religiosi, cooperanti e residenti abituali. In parallelo è stata attivata la nostra Ambasciata a Kampala, responsabile per il Ruanda, nel caso si rendano necessari interventi di assistenza oltre confine. Alcuni connazionali sono già usciti verso il Ruanda”.