WASHINGTON - Rimangono chiuse le porte del carcere per Erik Menéndez. Una commissione giudiziaria statunitense gli ha negato la libertà vigilata. L’uomo è famoso negli Stati Uniti, e non solo, per aver ucciso i suoi ricchi genitori nella loro villa di Beverly Hills insieme con il fratello Lyle nel 1989.
La richiesta di libertà vigilata del detenuto 54enne è stata respinta “per tre anni”, quando potrà richiedere una nuova revisione della sua situazione, secondo una dichiarazione della commissione competente. Una decisione che viene considerata un brutto segno per suo fratello Lyle, 57 anni, la cui versione sarà ascoltata separatamente oggi.
Lyle ed Erik Menéndez sono tra i detenuti più noti d’America: il loro processo, nei primi anni ‘90, è stato uno dei primi a essere trasmesso in televisione e la loro storia è tornata alla ribalta grazie a una serie e a un documentario uscito su Netflix lo scorso anno.
La libertà vigilata dei due fratelli, che hanno citato gli abusi sessuali del padre come giustificazione per l’esecuzione dei genitori, è richiesta dalle loro famiglie e sostenuta da celebrità come Kim Kardashian.
I loro sostenitori li descrivono come “detenuti modello” che sono cambiati in carcere. Tuttavia, nelle scorse ore la commissione del Dipartimento di Correzione e Riabilitazione della California ha espresso dubbi sul fatto che Erik Menéndez non rappresenti più un pericolo per la società.
Pur riconoscendo i progressi, i suoi due membri hanno espresso preoccupazione per il suo consumo di droghe e alcol durante la sua detenzione fino al 2013, per il suo uso di telefoni di contrabbando e per le accuse di aver aiutato una gang dal suo carcere circa dieci anni fa.
Inizialmente condannati all’ergastolo, i fratelli Menéndez hanno ottenuto una riduzione di pena da un giudice a maggio, rendendoli potenzialmente idonei alla libertà vigilata. Al momento degli omicidi, i pubblici ministeri accusarono i due giovani, all’epoca di 18 e 21 anni, di aver ucciso i genitori per ereditare la loro fortuna di 14 milioni di dollari.
Alla domanda se credesse ancora di aver agito per legittima difesa, Erik Menéndez ha risposto “no”, ma ha anche sottolineato che all’epoca l’influenza psicologica di suo padre era tale che non riusciva a immaginare di scappare. Anche il più giovane dei fratelli Menéndez ha sottolineato il suo rimorso. “Voglio solo che la mia famiglia capisca che sono infinitamente dispiaciuto per quello che ho fatto passare loro”, ha sottolineato. Questo rimorso, che il procuratore distrettuale di Los Angeles Habib Balian ha ritenuto insincero, non è stato accettato come elemento a suo favore.
Il procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, Nathan Hochman, che si è opposto al rilascio dei fratelli dal carcere, ha applaudito una decisione che “rende giustizia a Josè e Kitty Menéndez, vittime dei brutali omicidi perpetrati dai loro figli il 20 agosto 1989”. Dopo il rifiuto della libertà vigilata per Erik, un possibile rilascio dal carcere per Lyle Menendez sembra improbabile, anche se i loro casi vengono esaminati separatamente. Se la commissione dovesse sorprendere tutti raccomandando il suo rilascio oggi, Lyle non potrà comunque lasciare il carcere immediatamente. Il processo può durare fino a quattro mesi e la decisione finale spetta al governatore della California, Gavin Newsom. Il democratico ha il potere di confermare o negare la concessione della libertà vigilata, o persino di richiedere una revisione da parte della commissione.