ROMA - La Corte costituzionale ha respinto il ricorso presentato dal Governo contro la legge regionale toscana sul turismo, che comprende anche misure per il contenimento del fenomeno dell’overtourism.
La Consulta ha dichiarato infondate le questioni di legittimità sollevate dall’esecutivo lo scorso marzo nei confronti di diverse disposizioni della legge regionale n. 61 del 2024, che ha introdotto il testo unico del turismo, ritenendo insussistenti le violazioni della Costituzione contestate dal Governo.
Tra le norme oggetto del ricorso figuravano anche quelle che mirano a fornire una cornice di regolazione specifica ai Comuni maggiormente esposti all’impatto di b&b, affitti brevi e affittacamere, attribuendo agli enti locali strumenti di governo del fenomeno.
La decisione della Corte rappresenta un passaggio rilevante nel confronto tra Stato e Regioni sul tema della disciplina delle locazioni turistiche e delle politiche di gestione dei flussi.
Commentando la sentenza, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha parlato di “vittoria su tutta la linea della Regione Toscana rispetto ai rilievi presentati dal Governo sulla legge sul turismo” che era stata fermata dal ricorso alla Consulta del Governo Meloni. “Devo dire che sono estremamente contento perché rivela la correttezza del nostro operato”, ha dichiarato il governatore.
Secondo Giani, la Corte ha riconosciuto “la legittimità giuridica” della legge regionale sul “governo degli affitti brevi”, confermando la possibilità sia di consentire agli alberghi di gestire affitti brevi in immobili adiacenti, sia di istituire una governance affidata ai Comuni per affrontare in modo strutturato gli effetti del turismo intensivo sui territori più esposti.