Il governo Draghi, a pochi giorni dal cambio della guardia, ha fatto uso del ’“golden power’”, vale a dire la facoltà discrezionale con la quale lo Stato si riserva di esercitare poteri speciali in settori chiave, in relazione alle pianificazioni annuali delle aziende Tim e Vodafone, i due più importanti operatori italiani nel settore delle telecomunicazioni.

L’ultimo intervento del governo dispone la progressiva esclusione del gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei dalla rete 5G, mossa motivata da ragioni di possibili rischi per la cybersicurezza del Paese.

Era una questione di scelta di campo, ed in tale decisione di escludere la compagnia cinese dalla rete l’esecutivo è stato, incoraggiato spinto ed accompagnato tanto dalla Amministrazione Biden quanto dal parere del Copasir, i servizi di intelligence italiani.

Per chi vive in Australia la mossa assume l’aspetto di un déjà vu.

Nel 2018 il governo Turnbull prese la decisione di bandire Huawei da ogni partecipazione alla realizzazione della rete 5G per il medesimo motivo legato alla sicurezza nazionale.

Il nuovo governo, guidato da Giorgia Meloni, non cambierà gli equilibri dettati da una agenda geopolitica ben al di là dei poteri decisionali dell’Italia.

Con questa ultima mossa si delinea in modo ancor più netto la tendenza degli ultimi anni.

Dalla firma di tre anni fa da parte del governo Conte del memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative, il colossale programma con il quale Pechino si propone di finanziare con oltre mille miliardi di dollari numerosi investimenti infrastrutturali in tutto il mondo, al progressivo disimpegno da parte dell’esecutivo Draghi e del prossimo governo di Giorgia Meloni che ha definito quell’accordo “un grosso errore”.

I piani annuali per Tim e Vodafone, previsti dal Decreto Ucraina dello scorso marzo, sono lo strumento per tenere sotto controllo lo sviluppo della tecnologia sul medio termine.

Questi piani sono stati approvati, ma con l’obbligo di seguire una serie di prescrizioni, nell’ambito del “perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”, prescrizioni mirate alla progressiva esclusione di Huawei.