CANBERRA - Dopo quattro mesi di chiusura, l’edificio classificato come patrimonio nazionale - conosciuto come il Museum of Australian Democracy - riaprirà il 28 aprile.

L’iconico edificio e tutto il personale si stavano preparando per un’estate piena di visitatori dopo la lunga chiusura dettata dalle restrizioni Covid ma, in seguito a spiacevoli eventi che hanno destato timori per la sicurezza, il direttore del museo, Darryl Karp, decise di non aprire.

In un primo episodio, avvenuto il 21 dicembre scorso durante una manifestazione, alcuni manifestanti, che avevano occuparono i gradini dell’ingresso del museo, accesero un fuoco, subito sfuggito al controllo, che bruciò la porta d'ingresso dell’Old Parliament House.

Un secondo incendio, poi, si è verificato qualche giorno più tardi a seguito di una ‘cerimonia del fumo’.

La folla di manifestanti si era radunata all’esterno dell’edificio in vista del 50° anniversario dell’Aboriginal tent Embassy, istituita nel giorno dell’Australian day nel 1972.

Azioni, che causarono danni significativi alla facciata frontale dell’edificio, che tra l’altro furono condannate proprio dalla comunità aborigena.

Tra gli arresti anche un uomo di 30 anni del Victoria ritenuto responsabile di avere appiccato l’incendio.

Nonostante le fiamme furono spente in 20 minuti causarono comunque gravi conseguenze anche all’interno dell’edificio, danni dovuti in gran parte al fumo e all’acqua utilizzata per domare le fiamme. La stima totale dei danni fu di 4 milioni di dollari.

A distanza di quattro mesi, a partire dal 28 aprile, finalmente si potrà di nuovo visitare l’edificio dove si è svolta la storia politica dell’ultimo secolo.

L’apertura dell’ingresso originale è prevista più tardi nel corso nell’anno.

La direzione del Museo ha anche annunciato cinque ex primi ministri come suoi patroni: John Howard, Kevin Rudd, Julia Gillard, Tony Abbott e Malcolm Turnbull.