Riccardo Scamarcio, 42 anni nato a Trani, ha le idee chiare sia come attore che come produttore, mentre per quanto riguarda il privato ribadisce la sua convinzione: “In Italia c’è una certa censura, una latitanza nel prendere posizioni scomode. Ci si allinea così a quello che la stampa vuole sentire. Anch’io non mi sono esposto mai quanto davvero avrei voluto e continuo a non farlo. Non sono stupido, solo nel privato esprimo le mie idee. Bisogna essere carbonari”. 

Per quanto riguarda la sua attività di produttore Scamarcio dice delle piattaforme streaming: “Sono ormai contenitori enormi, delle vere e proprie multinazionali che hanno cambiato le rigide dinamiche della produzione, ma sono votate al solo intrattenimento. Io che sono un piccolo produttore amo invece fare cinema indipendente e non prendere indicazioni da queste grandi major. Insomma amo fare abiti su misura e non prêt-à-porter”. 

E ancora:”Da quando faccio il produttore sono anche un attore migliore. Entri nel film in modo più completo, lo conosci da tutti i punti di vista, comprese ovviamente le location. Una cosa non da poco. Storie d’amore poi come “L’ombra del giorno” di Giuseppe Piccioni, dove recito insieme alla mia nuova compagna Benedetta Porcaroli, se ne fanno davvero poche mentre c’è ne un bisogno pazzesco. E questo in un film dove tutti i personaggi hanno anche difetti e limiti pazzeschi anche se l’autore, alla fine, li assolve. Il cinema ha ancora la sua utilità energetica che è quella di scaldare in una sala i nostri cuoricini”. 

Ne “L’ombra del giorno” di Piccioni Scamarcio interpreta Luciano, un uomo di mezz’età con il cuore in inverno e chiuso in una tristezza infinita che non lo abbandona mai. Affetto da una leggera zoppia ed eroe di guerra fascista, vive come un prigioniero nel suo ristorante che si affaccia su una piazza di Ascoli Piceno da dove vede ogni giorno la vita andare avanti. Siamo nel maggio del 1938 e un bel giorno davanti alla vetrina del suo locale compare una bella ragazza che cerca lavoro, ma nasconde un terribile segreto. Si chiama Anna (Porcaroli) e il proprietario del ristorante la assume nonostante avverta, come d’istinto, il pericolo in cui si sta gettando. 

Dice proprio la Porcaroli, 23 anni, ma già nota per due ruoli drammatici come quelli di Chiara Altieri in “Baby” e di Donatella Colasanti nel film sul massacro del Circeo “La scuola cattolca”, a chi gli chiede perché non si sia ancora misurata in una commedia tra le tante che si producono in Italia: “È solo perché sono molto fortunata. Mi piace poi mettermi in gioco, ma va anche detto che non sono per carattere totalmente leggera, ma al contrario abbastanza riflessiva”. 

Ancora l’attrice che, proprio durante le riprese del film ha iniziato la relazione con Scamarcio nonostante la differenza d’età: “Ho potuto interpretare un personaggio così complesso dovendo accettare la sfida di misurarmi in una condizione femminile così lontana da quella di oggi. Come ho fatto? È stata per me una cosa catartica, mi sono immersa come in una bolla temporale per poter vivere l’incertezza di quegli anni”. 

Dice infine Piccioni, autore di quel “Fuori dal mondo” (1998) vincitore di ben cinque David di Donatello: “Resto un regista inattuale intanto perché non mi piace l’attualità e poi perché credo che parlare del passato sia il miglior modo di parlare dell’oggi. E poi che bello raccontare una storia d’amore in quel particolare periodo storico!”. 

Intanto, a Scamarcio e alla Porcaroli nei giorni scorsi è stato assegnato l’Excellence Award al Los Angeles, Italia-Fashion and Film Arts Festival, a Hollywood. “Siamo stati felici di premiare come ‘eccellenze’ un talento affermato e maturo come Scamarcio e un’affascinante e talentuosa artista come la Porcaroli, divenuta in breve tempo una certezza del nuovo cinema italiano - ha dichiarato Tony Renis, presidente onorario di L.A., Italia -. Ed è stata una gioia dare ribalta a un’opera che piacerà certamente al pubblico americano”.