ADELAIDE - Abbiamo incontrato Marco Baccanti (nella foto), milanese, classe ‘61, laurea in chimica industriale. Primo incarico nella settore ricerca e sviluppo della Carlo Erba Strumentazione, per lo sviluppo di attrezzature scientifiche utilizzate dai ricercatori, “per fare analisi, per scoprire cose, per trovare dati”, come ci racconta Baccanti.
“In quattro anni abbiamo inventato strumenti nuovi, che abbiamo brevettato e costruito”, prosegue con entusiasmo. Da ricercatore a International Sales Manager: “Per lanciare in tutto il mondo i nuovi strumenti scientifici e spiegare ai venditori e ai nuovi clienti come trarne vantaggio”. Un passaggio naturale, chi più indicato di lui, che conosceva “ogni vite e ogni circuito”.
In questo periodo conosce Ankica, attuale moglie, stessi studi ma diversa nazionalità. Ankica, che è infatti serba, lo accompagna nei suoi continui viaggi di lavoro intorno al mondo, “perché altrimenti non puoi costruire una relazione”. Dopo il matrimonio, c’è la voglia di mettere su famiglia e la stessa volontà di vicinanza e condivisione. Che fare? Marco decide quindi di rispondere a un’inserzione del Corriere della Sera; siamo nel ‘94, per la posizione di Direttore Generale del Parco Scientifico di Cesena: “Non sapevo bene quale fossero gli obiettivi reali e quale l’area di specializzazione ma mi piaceva il concetto - sorride Baccanti -. Sapevo però che si trattava di un ruolo in campo scientifico, con richiesta esperienza in ricerca, sviluppo e business internazionale, il mio campo”.
Dopo una serie di colloqui, Marco Baccanti, a 33 anni, viene scelto. Lascia Milano e si trasferisce a Cesena con Ankica e la prima figlia Simona di pochi mesi (nascerà poi anche Roberta), dopo un lungo processo di selezione “molto interessante, con il sindaco, gli imprenditori delle principali aziende e i presidenti della Cassa di Risparmio di Cesena, dell’Associazione Industriali di Confindustria e della Camera di Commercio. Tutti questi signori hanno dedicato tempo a selezionare il direttore del Parco Scientifico che finanziavano”, il cui scopo era “traghettare” l’industria locale, principalmente nell’agroalimentare, verso l’innovazione e nuove opportunità di sviluppo. Il tutto agli albori di internet, un nuovo un processo tutto da costruire.
Baccanti propone e sviluppa un suo modello di business “partendo da un approccio maieutico con le aziende locali per capire come potevano innovarsi e andare poi a vedere fuori cosa c’era per loro, grazie alla potenza di internet”. Lo porta a diventare prima vice-presidente e poi presidente dell’Associazione Mondiale Parchi Scientifici (unico italiano ad aver ricoperto quell’incarico).
Arriviamo ai primi anni 2000, Baccanti viene notato da Don Verzé, storico fondatore dell’Ospedale San Raffaele di Milano, un altro parco scientifico. Dopo una breve tappa a Roma, diventa direttore generale del San Raffaele Biomedical Science Park, responsabile di tutta la parte di sviluppo economico. Un incarico da far tremare le ginocchia ma Baccanti accoglie la sfida: “Mi piaceva, era eccitante, potevo mettermi alla prova. A Milano è stato interessantissimo”, racconta e ancora una volta si occupa del trasferimento dei risultati di ricerca a beneficio della collettività, con un ritorno economico.
“Infatti, quando un ricercatore scopre qualcosa, ha due alternative: o prosegue la ricerca e le sue pubblicazioni, ma rinunciando a un vero impatto sulle persone e sulla società, oppure si allea con un’azienda o un parco scientifico, che lo aiuteranno a creare beneficio a partire da quanto scoperto, in maniera economicamente sostenibile”.
Nuove avventure all’orizzonte per Marco: un cacciatore di teste lo contatta, perché il governo di Dubai stava cercando il direttore generale della zona franca dedicata alla Scienza della Vita, DuBiotech: “In pratica, lo sceicco aveva costruito in mezzo al deserto un polo di ricerca, palazzi per uffici, magazzini e impianti produttivi”, spiega Baccanti, che per i successivi due anni avrà il compito di sviluppare il progetto attirando multinazionali farmaceutiche, ma anche di formare il management locale. Concluso l’incarico, torna a Cesena e approda in Technogym, una società che produce macchine da allenamento: “Erano bravissimi a vendere alle palestre ma era ormai evidente che l’attività fisica era anche e soprattutto una questione di salute, non di edonismo. Per questo l’azienda aveva deciso di investire in un futuro nel settore della prevenzione e del benessere”.
Diventa quindi direttore della nuova business unit globale dedicata alla salute. In quel periodo viene anche nominato presidente della commissione innovazione di Confindustria Emilia-Romagna. E qui entra in campo il governo del South Australia, che contatta Marco Baccanti su incarico dell’allora ministro della Salute Jack Snelling il quale, per il settore delle scienze della vita voleva, sul suo precedente modello applicato in Defence SA, un esperto internazionale al fine di proiettarsi all’esterno e accedere a un network globale per lo sviluppo economico, una visione assolutamente innovativa e super partes. Dopo una selezione durata mesi, Baccanti si aggiudica l’incarico di Chief Executive di Health Industries SA e arriva ad Adelaide alla fine del 2014: in poco più di quattro anni nella sua organizzazione, Marco Baccanti ha portato in South Australia 27 aziende biomedicali da tutto il mondo, che hanno assunto a loro volta centinaia di persone, con il progetto di assumerne altre centinaia in futuro.
“La competitività di un continente come l’Australia dipende da un modello di sviluppo basato su attività ad alta intensità di conoscenza - spiega Baccanti -; sono fondamentali prospettive lungimiranti”.
È così che, studiando le attività di ricerca nel mondo accademico di Adelaide, conosce i ricercatori Maria Makrides e Robert Gibson, esperti di bisogni nutrizionali di madri e bambini e di analisi nutrizionali. Da un’intuizione di Marco inizia una joint venture con l’azienda Trajan Scientific di Melbourne. Da qui nasce Trajan Nutrition di cui oggi Baccanti è amministratore delegato. Baccanti è chiamato a unire ricerca, sviluppo della scoperta e il suo posizionamento sul mercato, attraverso alleanze. Racconta infatti: “I ricercatori hanno applicato l’invenzione di un nuovo metodo di analisi del sangue alla scienza della nutrizione, in particolare al campo neonatale, scoprendo una correlazione tra Omega3 nella dieta della madre e il rischio di parto pretermine”.
Va da sé che presto nel mondo ci sarà un boom di domanda di test nutrizionali, non solo per le future mamme ma per tutti, con evidente interesse da parte di aziende che si occupano di analisi diagnostiche ma anche di nutrizione personalizzata, per mille ragioni e in mille direzioni. Per un salto di paradigma “dal sick care di oggi, all’health care di domani”, dove la prevenzione, finalmente, verrà prima della cura. E tutto in una goccia di sangue, da raccogliere con una semplice puntura del polpastrello e analizzare grazie a un kit veloce ed economico.
Nuova missione di Marco Baccanti: portare sui mercati mondiali questa invenzione, da usare anche a casa, per verificare se la propria dieta è equilibrata e dove eventualmente apportare dei correttori. Immensi i campi di applicazione: ricerca, laboratori di analisi, società di integratori vitaminici, di produzione alimentare, assicurazioni. Marco Baccanti è pronto e già lanciatissimo verso il futuro, a caccia di opportunità, relazioni commerciali e condivisione di informazioni e idee, perché proprio lungimiranza e visione ma anche apertura e alleanza sono state le chiavi del suo successo.