CANBERRA - Gli economisti si attendevano un’espansione dello 0,4%, dopo lo 0,6% registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno, ma i consumi delle famiglie, gli investimenti aziendali e la spesa pubblica più deboli del previsto hanno ostacolato la crescita.

Su base annua, la crescita è rimasta stabile all’1,3%, ben al di sotto dell’obiettivo dell’1,8% previsto dalla Reserve Bank (RBA) per metà anno, obiettivo che ora richiederebbe una crescita dello 0,7% nel secondo trimestre.

L’economia è stata colpita anche dal maltempo, che ha penalizzato settori come miniere, turismo e trasporti. Secondo Katherine Keenan dell’Australian Bureau of  Statistics, la spesa pubblica ha segnato la maggiore contrazione dal terzo trimestre del 2017. Recenti stime del Tesoro hanno attribuito al ciclone Alfred e alle inondazioni nel Queensland e nel nord del New South Wales una perdita di 2,2 miliardi di dollari per l’economia.

Il PIL pro capite è calato dello 0,2%, invertendo la lieve crescita dello 0,1% del trimestre precedente, che aveva posto fine a una recessione pro capite prolungatasi per quasi due anni.

Il ministro del Tesoro Jim Chalmers aveva definito positivo qualsiasi segno di crescita, evidenziando la tenacia dimostrata della domanda privata. Tuttavia, l’economista senior di Westpac, Pat Bustamante, ha parlato di una “transizione fragile” della spesa pubblica e di quella privata.

La spesa delle famiglie è cresciuta solo dello 0,4%, mentre quella pubblica è scesa del 2%. Intanto, l’esaurimento degli aiuti governativi proseguirà nel corso dell’anno.

L’Ocse ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2025 all’1,8%, ma prevede un miglioramento nel 2026, fino ad un 2,2%, grazie a tagli ai tassi d’interesse e al recupero della capacità d’acquisto dei redditi. I mercati prevedono con l’80% di probabilità un taglio dei tassi da parte della RBA già a luglio.