CANBERRA – In un rapporto che influenzerà non poco il dibattito economico nazionale, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha ridimensionato le previsioni di crescita globale, dal 3,8 al 3%, e quelle australiane dal 2,7 all’1,7%.
Il Fmi pronostica un periodo di “rallentamento sincronizzato”, in cui si toccherà il più basso livello di espansione economica dalla crisi finanziaria globale, dovuto all’innalzamento delle barriere commerciali e alle incertezze di mercato, causate dalla situazione geopolitica, che hanno rallentato il settore manifatturiero e il commercio globale.
Reagendo al rapporto il ministro del Tesoro Josh Frydenberg ha confermato che l’economia si trova a fronteggiare “venti contrari”, ma ha ricordato che le fondamenta australiane sono solide: “Abbiamo un rating di credito AAA, un tasso di partecipazione record nel mercato del lavoro e la minor dipendenza dalla sicurezza sociale in 30 anni – ha detto – e veniamo da 29 anni di continua crescita economica, un record ineguagliato da nessuna nazione industrializzata”.
Frydenberg ha aggiunto che le grandi sfide internazionali devono essere un monito per il governo per rimanere fedele ai programmi e i parametri economici, che prevedono una diminuzione delle imposizioni fiscali per offrire ai cittadini una busta paga più pesante, la costruzione infrastrutture per creare posti di lavoro e per aumentare la produttività.
Il ministro del Tesoro ha poi ribadito che il ritorno in attivo del bilancio nazionale rimane una priorità del governo, nonostante il rallentamento economico.
Pur senza menzionare l’Australia, il rapporto del Fmi mette in guardia che la drastica riduzione o addirittura l’azzeramento del tasso ufficiale di sconto da parte delle banche centrali non sarà uno stimolo economico sufficiente per capovolgere la situazione e saranno necessari maggiori investimenti da parte dei governi.
Con il costo del denaro in Australia al minimo storico dello 0,75%, il governatore della Reserve Bank of Australia (RBA), Philip Lowe ha ripetutamente incitato il governo ad aprire i cordoni della borsa e accelerare i finanziamenti per le infrastrutture.
Il portavoce laburista al Tesoro non si è lasciato sfuggire l’occasione per criticare Frydenberg e, citando il “crollo della fiducia e la crescita debole”, sollecitare una revisione delle priorità degli impegni economici del governo.
“È arrivato il momento di un aggiornamento economico da parte di Josh Frydenberg e del primo ministro Scott Morrison – ha detto Jim Chalmers -, di nuove previsioni di crescita e di un programma articolato, a supporto di un’economia che annaspa e che salvaguardi il Paese dalle turbolenze globali”.
Per Chalmers il rapporto del Fmi e le nuove, ridimensionate previsioni di crescita ridicolizzano la tesi di Frydenberg sulla correttezza dei programmi attuativi adottati dal governo Morrison per far fronte alla crisi.
La RBA dovrebbe seguire il trend globale e continuare ad intervenire sulla politica monetaria, così come faranno le banche centrali americane ed europee, che, si prevede, ridurranno ulteriormente il costo del denaro.
Mentre cresce la pressione sulle banche affinché trasferiscano in pieno le riduzioni dei tassi d’interesse ai clienti titolari di mutuo, i verbali dell’ultima riunione del Consiglio direttivo della RBA indicavano la possibilità di un nuovo ritocco al tasso di sconto a metà del 2020, anche se c’è già chi scommette su un nuovo taglio a novembre, nel giorno della Melbourne Cup.