ROMA - “Ho appena parlato con i primi 4 italiani usciti dalla striscia di Gaza. Sono stanchi ma in buone condizioni, assistiti dal console d'Italia al Cairo. Continuiamo a lavorare per far uscire tutti gli altri”, ha scritto sul suo profilo X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.   

I quattro italiani sono volontari di ONG internazionali e uno di loro è sposato con una moglie palestinese; nelle scorse settimane erano già localizzati presso la base UNRWA a Rafah. Oggi hanno attraversato il valico e sono ora in Egitto, assistiti da personale dell'Ambasciata d'Italia al Cairo. È quanto si legge in una nota della Farnesina. “Sono felice di confermare che un primo gruppo di italiani che avevano intenzione di lasciare Gaza è uscito dalla Striscia”, ha dichiarato il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri. 

L'operazione, resa molto complessa dalla situazione sul terreno e dalla difficoltà nelle comunicazioni, è stata portata a termine grazie all'azione combinata dell'Ambasciata a Tel Aviv, del Consolato Generale a Gerusalemme e dell'Ambasciata al Cairo, col coordinamento dell'Unità di Crisi e l'apporto determinante dell’intelligence. L'Ambasciata al Cairo, presente sul lato egiziano di Rafah, seguirà il successivo trasferimento. 

Oltre agli italiani, circa 450 persone hanno lasciato Gaza stamani raggiungendo l'Egitto attraverso il valico di Rafah, a seguito dell'accordo raggiunto tra autorità israeliane ed egiziane. Il gruppo è formato in larga parte da cittadini internazionali, oltre che da persone con doppia cittadinanza e da palestinesi in gravi condizioni di salute, che saranno curati negli ospedali egiziani 

Nei giorni scorsi sono tornati a casa anche i cinque studenti e ricercatori del Politecnico di Torino “che stavano in Israele al momento dell'attacco” sferrato da Hamas, il 7 ottobre scorso. A darne notizia è il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco. “Sono stati fatti rientrare il più in fretta possibile i nostri studenti e ricercatori, cinque persone che si trovavano in Israele, abbastanza vicini alla striscia di Gaza”, assicura. “L'ultima studentessa è appena arrivata a Torino, anche grazie all'intercessione del Governo italiano”, spiega Saracco.  

“In quei luoghi del Medio Oriente le diseguaglianze sociali sono fortissime, perché nella striscia di Gaza si vive male, con ogni evidenza, ed in Israele si vive con basi più occidentali, in maggiore ricchezza, ma con la spada di Damocle di attacchi terroristici”, dichiara il Rettore, che sottolinea: “In questo momento le università non hanno un ruolo significativo se non nel chiedere e fare appelli alla pace, al cessate il fuoco. Ma le università invece sono importanti nel tessere relazioni nel medio termine e nel creare un contesto di scambio che, a livello accademico, è più semplice rispetto ad un livello industriale o politico. Spesso fra le Università si collabora, si creano legami anche laddove c'è tensione fra Stati” sottolinea.