ROMA - Washington e Pechino tornano a parlarsi. Il leader cinese, Xi Jinping, e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, hanno avuto una conversazione telefonica per riavviare il dialogo e cercare di stabilizzare le relazioni dopo. Uno scambio al quale faranno seguito una visita a Pechino “nei prossimi giorni” del segretario al Tesoro, Janet Yellen, e un’altra, “nelle prossime settimane” del segretario di Stato, Antony Blinken, ha rivelato una fonte dell’amministrazione americana che ha sottolineato la necessità di far ripartire i contatti per “gestire le tensioni” tra le due superpotenze. 

“I due capi di Stato hanno avuto un sincero e approfondito scambio di opinioni sulle relazioni Cina-USA e sulle questioni di interesse comune per le due parti”, afferma l’emittente statale di Pechino CCTV. Il comunicato della Casa Bianca, da parte sua, ha sottolineato che il presidente degli Stati Uniti esortato il suo omologo cinese a mantenere la calma intorno a Taiwan, mentre la democrazia autogovernata rivendicata da Pechino si prepara all’insediamento del neoeletto presidente Lai Ching-te in maggio. Biden ha “sottolineato l’importanza di mantenere la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e lo stato di diritto e la libertà di navigazione nel Mar Cinese Meridionale”. 

Biden ha poi respinto, aggiunge la Casa Bianca, l’invito di Xi a revocare un ampio divieto di esportazione di chip avanzati. Il presidente americano, quindi, “ha sottolineato che gli Stati Uniti continueranno a intraprendere le azioni necessarie per impedire che le tecnologie avanzate statunitensi vengano utilizzate per minare la nostra sicurezza nazionale, senza limitare indebitamente il commercio e gli investimenti”. 

Xi ha replicato che la Cina non resterà “a braccia incrociate” se Washington continuerà a reprimere “lo sviluppo dell’alta tecnologia della Cina”. A quanto riferisce l’agenzia Xinhua, il leader cinese ha affermato che “gli Stati Uniti hanno lanciato una serie incessante di misure miranti a reprimere l’economia, il commercio, la scienza e la tecnologia della Cina, e la lista delle sanzioni contro le imprese cinesi s’allunga sempre più. 

“Il presidente ha ribadito le nostre preoccupazioni sulla proprietà di TikTok”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, John Kirby. In particolare, Biden “ha chiarito al presidente Xi che non si tratta di un divieto dell’applicazione, ma piuttosto del nostro interesse alla dismissione, in modo che l’interesse della sicurezza nazionale e la sicurezza dei dati del popolo americano possano essere protetti”. I funzionari occidentali hanno espresso allarme per la popolarità di TikTok tra i giovani, sostenendo che sia asservito a Pechino e un canale per diffondere la propaganda, affermazioni negate dall’azienda e da Pechino. 

Il mese scorso la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza una proposta di legge che costringerebbe TikTok a disinvestire dalla società madre cinese ByteDance o a subire un divieto a livello nazionale. Biden ha sostenuto l’iniziativa anche se la sua campagna elettorale si è rivolta a TikTok per raggiungere i giovani elettori. 

Il disegno di legge ha prospettive meno sicure al Senato, dove alcuni membri sostengono che gli Stati Uniti stiano oltrepassando la loro autorità in materia di libertà civili e di proprietà delle imprese. Anche il rivale elettorale di Biden, Donald Trump, ha manifestato il proprio disagio, nonostante sia solitamente ansioso di denunciare la Cina.