ROMA - “Non è la vittoria piena che speravo, ma è comunque una piccola vittoria”, dice all’ANSA Gianluca Grimalda, il ricercatore in Scienze sociali licenziato il 9 ottobre 2023 dall'Istituto per l’economia mondiale di Kiel (IfW), in Germania, per essersi rifiutato di rientrare in aereo dalla Papua Nuova Guinea. Oggi si è visto riconosciuto un indennizzo dall’Istituto. 

“Il mio avvocato ha definito la causa una ‘pietra miliare’ verso il riconoscimento dell’obiezione di coscienza climatica”, sottolinea l’attivista. 

Grimalda, che da dieci anni ha scelto di rinunciare all’aereo per non inquinare, aveva fatto causa per licenziamento ingiustificato. 

Lo scorso 10 gennaio, in appello, il ricercatore e l'IfW hanno accettato la transazione proposta dal Tribunale del lavoro regionale di Kiel, che stabilisce che il contratto è stato risolto con un licenziamento ordinario a causa di incompatibilità ideologica tra le parti. 

La risoluzione è stata revocata e Grimalda è stato esonerato da qualsiasi violazione del contratto. Il ricercatore ha ricevuto un’indennità di licenziamento, di cui donerà 75mila euro per l’attivismo climatico. 

“Mi sento triste e felice allo stesso tempo. Triste perché ho perso un lavoro che amavo. Felice perché il giudice ha implicitamente riconosciuto l'impossibilità di licenziare un dipendente per il suo rifiuto di prendere un aereo”, afferma Grimalda.  

Questo caso, secondo il legale Jörn A. Broschat, potrebbe essere un punto di svolta nel dibattito emergente sul diritto dei dipendenti di difendere i propri principi climatici come parte dei loro obblighi professionali. 

Da parte sua, l’attivista nel 2025 tornerà in Papua Nuova Guinea per studiare ulteriormente l’adattamento della popolazione locale ai cambiamenti climatici. “Una volta tornato riprenderò il mio lavoro di attivista per il clima”, dichiara.