Quando ancora non sapeva se sarebbe tornato su un palco e gli avevano chiesto che pezzo avrebbe voluto cantare dal vivo, Luca Carboni non aveva avuto dubbi: La Primavera, canzone simbolo più di ogni altro di rinascita. E con quel pezzo il cantautore bolognese ha aperto il suo concerto al Forum di Assago, il primo dopo sei anni di assenza live, il primo dopo il tumore. Non è stato solo un live quello per cui sono arrivate migliaia di persone da tutt’Italia, ma un abbraccio collettivo e sincero che ha stretto pubblico e amici veri come Jovanotti, Elisa e Cesare Cremonini, intorno a un uomo e a un artista uscito da un momento molto difficile.

Per lui “arrivare fino in fondo è stata una grande gioia, ero in ansia da mesi” ha confidato a fine concerto, aggiungendo: “Non sapevo se avrei retto, mi ero preso una pausa dal canto e ho dovuto lavorare sulla respirazione. Mi ero abituato a una situazione defilata e mi ha sorpreso che Milano sia andata subito verso il tutto esaurito”.

Un affetto palpabile fin da prima dell’inizio dello show, con migliaia di voci che intonavano “Luca, Luca”. “Ero terrorizzato da tanto affetto - ha ammesso il 62enne - e avevo il terrore di dovermi fermare per riprendere fiato”. E invece sul palco ha dimostrato di essere ancora Luca lo stesso, una delle tante hit inanellate in due ore e mezza di cavalcata nella memoria collettiva, da brani storici come Silvia lo sai e Farfallina, proposti in versione acustica, a evergreen come Inno nazionale e Le ragazze, accompagnati dalle immagini proiettate sui maxischermi delle opere dello stesso Carboni. 

Senza un album da promuovere, “avevo solo la mia storia nuda e cruda”, ma la sua storia è quella di un’intera generazione e quella di un uomo che ha affrontato un cancro ai polmoni ed è tornato alla vita. “Ciò che ho vissuto a un primo impatto è stato drammatico, all’inizio non mi avevano dato speranze, ma - ha raccontato - ho voluto reagire e ora sono diverso, con altre priorità e sogni”. Un lungo cammino di ritorno alla vita in cui gli sono stati vicini gli amici e colleghi che ha voluto sul palco di Assago con lui, a partire da Jovanotti, con cui ha proposto Mix 1992 e ricordato del tour che li vide insieme nello stesso anno.

Con Jovanotti, Carboni si è sentito di frequente durante la malattia: anche Lorenzo in quel periodo era in ospedale e “ci sentivamo spesso, non per compatirci ma per tirarci su”. E poi Cremonini, che lo ha voluto fortemente per cantare insieme San Luca, inno alla loro Bologna, e lo ha riportato sul palco come ospite del tour negli stadi dell’estate appena passata. Concerti di cui era ospite anche Elisa, che a sua volta ha spronato Carboni a esibirsi di nuovo. C’erano tutti. “La tua - ha detto Cremonini sul palco dopo San Luca - è stata una storia di sensibilità, poesia e unicità e ora sono felice di dire che è anche una storia di coraggio”.

Una storia che Cesare ha omaggiato debuttando al sax nella versione ‘all stars’ di Mare mare con Jovanotti ed Elisa, che ha regalato la sua voce anche per Vieni a vivere con me. Occhiali da sole e cappellino, chitarra ed emozione palpabile, Luca è ripartito da Rio Ari O, riff di Ci stiamo sbagliando, anno 1984, “l’inizio di un viaggio memorabile che mi ha portato fin qui” e che proseguirà il 24 gennaio a Bologna, il 12 marzo a Roma per tornare poi a Bologna il 19 aprile. 

Saranno tutti, ha anticipato l’artista, concerti unici, ma probabile che si apriranno ancora con La primavera perché “rinascere è quel che mi è successo, si può nascere un altra volta” ha detto dal palco. Una rinascita che passa anche per un sogno: “Fare dischi come ai tempi di Forever, 40 anni fa, quando riuscivi a raccontare il tuo tempo raccontando le tue cose che erano anche quelle degli altri”.