Nel grande e moderno parco cittadino di Green Gully Reserve, proprio nel cuore di Keilor Downs, a circa una ventina di chilometri a ovest di Melbourne, attrezzato di tutto ciò che occorre per far divertire grandi e piccini di tutte le età, si è svolta la decima riunione estiva annuale dei migranti nativi di Petrella Tifernina.

Erano circa una quarantina i presenti, tra familiari e parenti di quei 13 avventurieri giovani nativi della cittadina agricola del Molise che, oltre 70 anni fa, sbarcarono a Port Melbourne senza tante ricchezze, ma con il passare degli anni, riuscirono a piantar  profonde e solide radici a Melbourne, e a formare la prima, laboriosa e ben integrata ondata petrellese nel tessuto sociale della società ospitante australiana.  

Domenica 5 marzo, in una bellissima giornata di sole dei primi giorni d’autunno, i presenti, sistematisi all’ombra di un alto e ombroso eucalipto, avevano portato con loro tavoli e sedie scomponibili e borse strapiene di cibo e bevande. Mezzo chilometro più avanti, nel grande parco, che fino ad alcuni decenni fa altro non era che una vasta zona incolta e poco utilizzata, su un campo di calcio due squadre di Under 14 erano impegnate nel tentativo di riuscire a sfondare le reti avversarie.  

Intravedo e vado a sedermi accanto a Domenico Rateni, di Avondale Heights, e ad Antonio Marinelli, di Footscray, i due superstiti del gruppo originale dei “Magnifici 13” che hanno lasciato Petrella Tifernina il 21 giugno 1952, quando il paese contava circa tremila abitanti. 

Il gruppo di giovani petrellesi, a bordo della motonave San Giorgio, sbarcarono a Port Melbourne il 2 agosto 1952. Al tempo del loro arrivo in Australia, Domenico Rateni aveva 21 anni mentre Antonio Marinelli ne aveva appena compiuti 19.  Domenico, mentre ammira l’immensità del parco, ha affermato: “Quanto terreno incolto in Australia; chissà cosa sarebbe stato se lo avessimo avuto in Italia. E oggi eccoci tutti qui dalla Sicilia, dalla Calabria, Basilicata e Puglia, tutti costretti a emigrare in molti Paesi del mondo, dove c’era bisogno di manodopera”. 

Poi con un sorriso è intervenuto anche Antonio Marinelli: “E noi insieme a loro. Ma fortunatamente abbiamo deciso di scegliere l’Australia fra i Paesi dove si poteva emigrare. Una volta qui abbiamo lavorato tanto e sempre con molto entusiasmo per piantare profonde le nostre radici in questa nuova terra dalle mille opportunità”.  

Così, dopo sei settimane di viaggio in mare, hanno raccontato i due superstiti petrellesi, appena sbarcati a Port Melbourne, vennero fatti salire a bordo di un lungo treno che li avrebbe condotti per tutto il Victoria, fino al confine nord con il New South Wales, a Bonegilla, il grande campo di accoglienza e smistamento degli emigrati. Da lì gli emigrati venivano mandati dove c’era urgente bisogno di mano d’opera. Ma, fatto straordinario, dopo tanto vagare in altri Stati ed essere stati impiegati in tanti e diversi lavori, dopo circa 15 mesi tutti e 13 i giovani petrellesi si sono ritrovati di nuovo nei dintorni della grande zona industriale di Footscray-Newport-Altona-Sunshine, a ovest di Melbourne, dove tutti, ben presto, hanno potuto trovare lavoro presso le numerose fabbriche e compagnie industriali costantemente alla ricerca di mano d’opera. Hanno avuto così la possibilità di firmare contratti a lunga scadenza e lavoro duraturo di ogni genere, in cui in molti casi ha incluso anche alloggio gratis o a buon costo.  

“Questo è un po’ il ricordo e la celebrazione annuale della storia di quei 13 giovani intrepidi molisani – ha affermato Joe Marinelli, uno degli organizzatori del picnic annuale e uno dei due figli del superstite Antonio Marinelli – che scelsero di emigrare in Australia, qui ai confini del mondo, per inseguire il loro sogno di benessere per loro e per i propri figli”.  

Antonio Marinelli oggi, oltre a essere padre di due figli, è anche nonno di due amati nipoti. 

Domenico Rateni, invece, ha due figli, tre nipoti e tre adorati pronipoti. A onore di cronaca, infine, gli altri componenti del gruppo originario erano: Carlo Carrea, Antonio Di Lallo, Armando e Carmine Di Lisio, Orlando Di Stefano, Antonio, Giuseppe e Michele Marinelli, Domenico Rateni, Giuseppe Stelluto, Michele Valente, Pasquale Vignale e Paolo Viglione.