DACCA - La Corte Suprema del Bangladesh ha rivisto, ma non abolito, il controverso sistema di quote per l'assunzione riservato ai candidati al servizio civile all'origine delle sanguinose rivolte dei giorni scorsi, costate oltre 100 morti.

"La Corte Suprema ha affermato che il verdetto dell'Alta Corte era illegale", ha affermato il procuratore generale A.M Amin Uddin all'Afp, riferendosi a una precedente sentenza che reintroduceva le quote.

Ha aggiunto che il 5% dei posti di lavoro nel servizio civile rimarranno riservati ai figli dei veterani della guerra d'indipendenza e il 2% ad altre categorie.

La stessa Corte Suprema ha quindi esortato gli studenti a "tornare in classe" dopo i disordini: "La Corte ha chiesto agli studenti di tornare in classe", ha detto un avvocato coinvolto nel caso, Shah Monjurul Hoque, che rappresentava due studenti in una causa che cercava di ribaltare il sistema delle quote.

Non cesseranno le proteste degli studenti del Bangladesh che da giorni sfidano la repressione delle forze dell'ordine, con oltre 100 morti, dopo il varo di una legge sull'assunzione dei dipendenti pubblici.

Un loro portavoce ha detto che le manifestazioni in programma non saranno revocate nonostante una sentenza della Corte Suprema abbia parzialmente soddisfatto le loro richieste.

"Non annulleremo le nostre proteste finché il governo non emetterà un ordine che rifletta le nostre richieste", ha detto all'Afp, in condizione di anonimato, un portavoce del gruppo Studenti contro la discriminazione.

Le manifestazioni cominciate all’inizio di luglio per chiedere la fine del sistema delle quote nel pubblico impiego sono presto degenerate e il bilancio è stato finora di 50 morti e oltre 700 feriti. Tra questi si contano almeno 104 agenti di polizia e 30 giornalisti.

Durante gli scontri, secondo quanto ha riferito la Polizia, i manifestanti hanno appiccato il fuoco e compiuto atti vandalici contro gli uffici della televisione statale BTV e dell’agenzia nazionale per la gestione dei disastri, nonché contro “vari” edifici della polizia e del governo.

Dopo i disordini, la polizia ha vietato per un giorno tutti i raduni pubblici nella capitale Dacca, ha dichiarato il commissario Habibur Rahman all’Afp. Gli scontri hanno avuto luogo in quasi la metà dei 64 distretti del Bangladesh.

Intanto la polizia ha arrestato uno dei principali leader dell’opposizione a Dacca. Si tratta di Ruhul Kabir Rizvi Ahmed, membro di spicco del Partito Nazionalista del Bangladesh (BNP).