Un tributo a sei decenni di carriera da leggenda, ma lontanissimo dalle atmosfere di un canto del cigno. “Rocket Man is back”, come qualcuno già afferma: Elton John è tornato sul palco a 78 anni suonati, li ha da poco compiuti il 25 marzo, per presentare con Brandi Carlile, 43enne cantautrice americana pluri-vincitrice di Grammy ed Emmy, l’album a due voci “Who Believes in Angels?”, appena uscito. Lo ha fatto in una serata da tutto esaurito al Palladium di Londra, tempio del West End, e di fronte a una platea coinvolta in uno spettacolo degno degli scintillii degli anni d’oro, culminato nel finale in un paio di esecuzioni letteralmente trascinanti: a dispetto dei guai di salute degli ultimi mesi che Sir Elton, in barba all’andatura claudicante o ai problemi di vista solo in parte superati, è parso scrollarsi di dosso.
Affiancato da una partner che è prima di tutto “un’amica” e dal sorridente contributo della super band chiamata ad accompagnarli: dal chitarrista e produttore delle star Andrew Watt a Chad Smith e Josh Klinghoffer, batterista e tastierista dei Red Hot Chili Peppers, al tandem degli Hanseroth Twins alla chitarra e al basso, ad Andrew Ross e Graeme Flowers al sassofono e alla tromba. Parata di stelle riflessa anche fra il pubblico dalla presenza di spettatori Vip come Ronnie Wood (Rolling Stones), Lily James (protagonista di “Downton Abbey” e della versione cinematografica di “Mamma Mia”) e altri.
La serata si è articolata in un concerto di un’ora abbondante preceduto da un talk show in cui Elton John e Brandi Carlile hanno risposto alle domande di Dan Levy, attore canadese reso famoso dalla serie televisiva “Schitt’s Creek”. Nella chiacchierata con Levy, i due musicisti hanno raccontato la loro amicizia ventennale: frutto dell’ammirazione di Elton per le capacità vocali, di chitarrista e di autrice di Brandi, autentica celebrità sulle scene americane, ma ancora in attesa di consacrazione piena nel resto del mondo; oltre che della devozione di quest’ultima verso la superstar britannica, suo “eroe” fin dall’infanzia.
Una sintonia alimentata dal comune impegno umanitario, testimoniato ad esempio, fra i brani di “Who Believes in Angels?”, da “Swing for the Fences”, scritto da Carlile assieme alla premiata ditta Elton John-Bernie Taupin e dedicato alle difficoltà che la comunità Lgbt+ avverte nell’America di Donald Trump. Cantante, compositore e pianista, Sir Elton Hercules John, nato Reginald Kenneth Dwight (Pinner, 25 marzo 1947), è uno dei maggiori artisti del pop contemporaneo; con la sua intensa attività musicale ha infatti contribuito notevolmente alla diffusione del piano rock e negli anni ‘70 è stato tra i principali esponenti del movimento.
Nel corso della sua carriera ha venduto oltre 300 milioni di dischi ed è tra i primi cinque artisti mondiali con le maggiori vendite. Inoltre, insieme all’autore Bernie Taupin, forma una delle coppie di compositori più famose e prolifiche della musica contemporanea, attiva pressoché ininterrottamente dal 1967. Nel 1994 è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, mentre nel 1998 è stato fatto Cavaliere (Knight Bachelor) dalla regina Elisabetta II per i servigi resi alla musica, alla cultura inglese e alla beneficenza (anche tramite la sua Elton John AIDS Foundation, una organizzazione non profit).
Nel 2004 la rivista “Rolling Stone” lo ha inserito al 49º posto nella sua lista dei 100 migliori artisti musicali. Detiene il record per il secondo singolo più venduto della storia, “Candle in the Wind 1997”, con una nuova versione di un suo brano del 1973, che vendette oltre 33 milioni di copie.