ROMA – Cinque persone sono finite in carcere e 17 società sono state colpite da misure interdittive per gravi reati legati a un sistema illecito di aggiudicazione di appalti pubblici.
Le misure cautelari, eseguite dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma su delega della Procura capitolina, riguardano accuse che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, dalla turbativa d’asta alla bancarotta fraudolenta.
Secondo l’indagine condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria, al centro dell’inchiesta ci sarebbe un gruppo imprenditoriale attivo nel settore della manutenzione stradale, che avrebbe utilizzato una rete di società intestate a prestanome per partecipare e vincere gare pubbliche.
I contratti riguardavano lavori strategici per il rifacimento di arterie stradali, banditi da Roma Capitale e da Astral Spa – Azienda Strade Lazio.
Tra gli arrestati figura anche l’imprenditore Mirko Pellegrini, già noto alle forze dell’ordine per un’indagine analoga nei mesi scorsi. Nei suoi confronti è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
Il provvedimento del giudice per le indagini preliminari, lungo oltre cento pagine, definisce l’organizzazione un vero e proprio “cartello di imprese” che operava in modo “stabile e organizzato” con lo scopo di alterare la concorrenza, pilotare gli appalti e frodare la pubblica amministrazione.
Le società coinvolte avrebbero agito come un’unica struttura coordinata, gestendo in maniera unitaria i fondi pubblici ottenuti grazie a presunti accordi illeciti. Questo avrebbe permesso agli indagati di ottenere vantaggi economici e contratti che – sottolinea il gip – “senza l’appartenenza al cartello non avrebbero potuto raggiungere”.