BUCAREST - L’opposizione socialdemocratica, che ha raccolto 281 voti contro il governo rispetto ai 234 necessari, aveva presentato la mozione di sfiducia con gli slogan “Stop alla povertà e all’aumento dei prezzi, basta con il governo di Citu”.
L’ennesima crisi politica in Romania è arrivata a circa dieci mesi dall’insediamento del Governo del liberale Florin Citu, e a 35 giorni dall’uscita dal Governo del partito USR-Plus. Formando un’insolita alleanza, i deputati dell’USR (centro-destra), che entrarono a far parte della coalizione di governo, il Partito socialdemocratico e il partito di estrema destra AUR hanno votato all’unanimità per rimuovere l’esecutivo.
I liberali, al potere, hanno boicottato il voto e denunciato un’azione “irresponsabile” da parte delle tre formazioni. Citu, ex banchiere di 49 anni in carica dalle elezioni di dicembre, è diventato negli ultimi mesi la bestia nera di destra e di sinistra. Il presidente Klaus Iohannis è ora nella scomoda posizione di dover ricucire uno strappo netto all’interno della maggioranza.
La Costituzione romena prevede che il presidente debba convocare i partiti per le consultazioni dalle quali dovrebbe spuntare il nome del nuovo premier. In realtà Iohannis designerà un candidato diverso da Citu nella funzione di primo ministro ad interim, con il compito di negoziare la formazione di un nuovo Governo.molto debole.